Kiev, 29 dicembre 2025 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato un nuovo piano di pace che prevede garanzie di sicurezza dagli Stati Uniti per 15 anni, con la possibilità di estenderle. La notizia è arrivata ieri sera, al termine di un colloquio con il presidente americano. Intanto, a Kiev si continua a discutere sulle possibilità di una tregua duratura e sulle condizioni per mettere fine al conflitto con la Russia.
Garanzie Usa: 15 anni sul tavolo, Kiev ne vuole di più
Zelensky, citato dall’agenzia Rbc Ucraina, ha spiegato che le garanzie di sicurezza dagli Stati Uniti sono state formalizzate in documenti che fissano la durata a 15 anni. “Abbiamo confermato con il presidente americano che avremo forti garanzie dagli Usa. Non è per sempre: nei documenti si parla di 15 anni, con la possibilità di estenderle”, ha detto il presidente ucraino.
Ma Kiev non si accontenta. Zelensky ha aggiunto di aver chiesto a Washington un impegno più lungo. “Gli ho detto che la guerra va avanti da quasi 15 anni. Per questo vorrei che le garanzie fossero più estese. Ho proposto di valutare 30, 40, anche 50 anni”, ha raccontato, lasciando intendere che la trattativa è ancora aperta.
La Casa Bianca e il nodo Trump
Il tema delle garanzie di sicurezza è diventato uno dei punti chiave nelle trattative tra Kiev e Washington. Fonti diplomatiche raccontano che la Casa Bianca è pronta a un impegno pluriennale, ma resta da definire la durata. Zelensky ha sottolineato che una scelta più ampia sarebbe “storica” e dipenderebbe dal prossimo presidente, citando l’ex presidente repubblicano Donald Trump. “Trump ha detto che ci avrebbe pensato”, ha confidato ai giornalisti ucraini.
La questione non è solo formale. Una garanzia Usa così lunga avrebbe un peso enorme sulla stabilità della regione e sulla capacità dell’Ucraina di programmare la ricostruzione. Ma, secondo analisti internazionali, la durata finale dipenderà anche dagli equilibri politici interni agli Stati Uniti e dal consenso del Congresso.
Guerra e diplomazia: un conflitto che non si ferma
Il conflitto tra Ucraina e Russia dura ormai da quasi due anni e mezzo, ma Zelensky ricorda che le tensioni con Mosca sono iniziate molto prima del 2022. “Questa guerra va avanti da quasi 15 anni”, ha ribadito, riferendosi all’annessione della Crimea nel 2014 e alle ostilità nel Donbass.
Sul campo la situazione resta tesa. Negli ultimi giorni si sono registrati nuovi bombardamenti nell’est del Paese. Le autorità ucraine denunciano attacchi missilistici su Kharkiv e Dnipro. La popolazione vive sotto la minaccia delle sirene antiaeree, mentre il governo spinge per mantenere alta la pressione diplomatica sugli alleati occidentali.
Le reazioni a Kiev e Washington
A Kiev la notizia delle garanzie di sicurezza Usa è stata accolta con un cauto ottimismo. Nei corridoi della Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, alcuni deputati hanno mostrato soddisfazione per l’impegno americano, ma non sono mancate critiche. “Quindici anni sono un buon punto di partenza, ma dobbiamo puntare più in alto”, ha detto un parlamentare vicino al governo.
Anche a Washington il dossier Ucraina resta al centro del dibattito politico. Fonti della Casa Bianca dicono che l’amministrazione Biden è favorevole a un accordo solido, ma “realistico”. I repubblicani invece chiedono maggiori garanzie sull’uso degli aiuti militari e finanziari. Un equilibrio delicato che potrebbe influenzare anche le prossime elezioni presidenziali.
Futuro incerto: tra trattative e attese
Per ora, il futuro delle garanzie di sicurezza Usa per l’Ucraina dipende dalle trattative in corso e dagli sviluppi politici a Kiev e Washington. Zelensky ha ribadito l’urgenza di un impegno “di lungo periodo”, sottolineando che solo una protezione stabile può garantire pace e ricostruzione.
Resta da vedere se la richiesta ucraina – 30, 40 o addirittura 50 anni di garanzie – riceverà risposta dall’altra parte dell’Atlantico. Al momento, tutto è ancora da decidere. Ma tra le strade di Kiev e i palazzi del potere americano cresce la consapevolezza: il prossimo passo potrebbe segnare il destino di tutta la regione.
