Milano, 30 dicembre 2025 – Piazza Affari chiude la penultima seduta dell’anno con un leggero calo: l’indice Ftse Mib perde lo 0,38%, fermandosi a 44.436 punti. La giornata è stata segnata da scambi molto contenuti: il controvalore ha raggiunto i 2,2 miliardi di euro, più o meno come lunedì 23 dicembre. L’atmosfera è di attesa e prudenza, con gli operatori che si preparano alla chiusura dell’anno e senza particolari spunti dai mercati esteri.
Spread Btp-Bund sotto i 68 punti, rendimenti in calo
Sul fronte dei titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi resta sotto quota 68 punti base, scendendo a 67,4. Il rendimento del Btp cala di 4,6 punti base, al 3,5%, mentre il Bund si porta al 2,83%, in calo di 3,6 punti. Gli esperti spiegano questo movimento con la stabilità dei conti pubblici italiani e un clima più tranquillo sui mercati europei. “La domanda è solida, anche se i volumi sono quelli tipici del periodo festivo”, commenta un trader di una grande banca milanese.
Difesa in difficoltà: Leonardo e Fincantieri penalizzate dalle notizie sull’Ucraina
A pesare sul mercato sono stati soprattutto i titoli della difesa. Le voci su nuovi negoziati di pace per l’Ucraina hanno spinto gli investitori a ridurre la loro esposizione su Leonardo, che ha perso l’1,96%, e su Fincantieri (-1,72%). “Il settore resta molto sensibile alle notizie geopolitiche”, osserva un analista di Equita Sim. In controtendenza rispetto ai concorrenti europei, la peggiore performance è stata quella di Tim, che ha lasciato sul terreno il 2,17%. Il titolo ha risentito delle incertezze sul futuro della rete e sulle trattative in corso con il governo.
Banche in affanno, ma Mps e Mediobanca resistono
Il settore bancario ha mostrato segnali contrastanti. Saipem ha perso l’1,36%, mentre tra le banche tradizionali si sono viste flessioni per Bper (-0,91%) e Unicredit (-0,87%). Più contenute le perdite di Intesa Sanpaolo (-0,56%) e Banco Bpm (-0,27%). A fare eccezione sono state Mps (+0,24%) e Mediobanca (+0,11%), che hanno beneficiato di acquisti mirati da parte degli investitori istituzionali. “Il settore resta sotto osservazione in vista delle prossime mosse della Bce”, rivela una fonte vicina a Piazza Gae Aulenti.
Diasorin guida i rialzi dopo il via libera dagli Usa
Tra i titoli in rialzo spicca Diasorin, che ha guadagnato il 3% dopo aver ricevuto l’ok negli Stati Uniti per i test sulla piattaforma molecolare Liason Nes. Questa tecnologia permette di eseguire test senza bisogno di personale specializzato in laboratorio, una novità che ha attirato gli investitori. Bene anche Nexi (+1,72%), Inwit (+1,55%), Campari (+1,1%) e Amplifon (+0,62%). “Il mercato premia le società più legate all’innovazione”, nota un gestore di fondi milanese.
Energia e automotive restano fermi
Tra i titoli energetici, Eni chiude in leggero rialzo (+0,1%), nonostante il prezzo del petrolio sia tornato a salire nelle ultime ore. Quasi stabile Snam (+0,04%). Nel settore dell’auto, i movimenti sono stati contenuti: Stellantis segna un +0,11%, mentre Ferrari perde lo 0,31%. Praticamente ferma Iveco, che chiude a -0,03%. “Il settore aspetta i dati sulle immatricolazioni di fine anno”, spiega un operatore.
Mid e small cap: brillano Tesellis e Pininfarina
Tra le società a minore capitalizzazione, a spiccare sono stati i titoli di Tesellis (ex Tiscali), che ha guadagnato il 9,1%, e di Pininfarina (+3,33%). In calo invece Fidia (-5,52%) e Webuild (-3,9%), penalizzate da prese di beneficio dopo i recenti rialzi. “La volatilità su questi titoli resta alta”, sottolinea un trader.
La seduta si chiude così in un clima di attesa: pochi scambi, pochi movimenti e gli occhi già puntati sull’ultima giornata dell’anno. Gli operatori restano cauti, in attesa dei primi dati economici del 2026 e delle decisioni delle banche centrali nelle prossime settimane.
