Scoperta la mappa dell’universo nell’infrarosso: un viaggio visivo straordinario

Scoperta la mappa dell'universo nell'infrarosso: un viaggio visivo straordinario

Scoperta la mappa dell'universo nell'infrarosso: un viaggio visivo straordinario

Matteo Rigamonti

Dicembre 30, 2025

Roma, 30 dicembre 2025 – La NASA ha svelato la prima mappa completa dell’universo osservato nell’infrarosso, un risultato reso possibile dal telescopio spaziale Spherex, lanciato lo scorso marzo dalla base di Vandenberg, in California. Il progetto, realizzato insieme alla missione Punch dedicata allo studio del Sole, segna un passo avanti nella nostra conoscenza dei primissimi momenti dell’universo e delle origini delle galassie. “È sorprendente quante informazioni Spherex abbia raccolto in appena sei mesi. Questi dati saranno preziosissimi se combinati con quelli delle altre nostre missioni per capire meglio il cosmo”, ha spiegato Shawn Domagal-Goldman, direttore della divisione di Astrofisica della NASA.

Spherex: il telescopio che guarda al passato dell’universo

Spherex – che sta per “Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization, and Ices Explorer” – è stato creato per studiare l’universo nelle sue fasi più antiche. Il telescopio gira intorno alla Terra, passando sui poli circa 15 volte al giorno, riuscendo così a osservare ogni angolo del cielo. Dopo un breve periodo di test, durato circa un mese dal lancio, Spherex ha iniziato a lavorare sul serio: in meno di sei mesi ha completato oltre 100 scansioni dell’intero cielo.

La mappa appena resa pubblica è fatta di 102 colori diversi, ognuno legato a una specifica lunghezza d’onda della luce infrarossa. Questo permette agli scienziati di distinguere chiaramente tra galassie, stelle e zone dove si stanno formando nuovi pianeti. Ogni colore svela dettagli unici sulla composizione e sull’evoluzione degli oggetti osservati.

Un mosaico di dati per scoprire le origini del cosmo

La pubblicazione della mappa è un risultato importante per gli scienziati di tutto il mondo. Gli astronomi potranno confrontare i dati di Spherex con quelli provenienti da altre missioni, come il telescopio James Webb o il satellite europeo Euclid. L’obiettivo è ricostruire la storia delle prime galassie e capire come si sono formate le strutture che vediamo oggi nell’universo.

Secondo la NASA, la mappa copre tutto il cielo e offre uno sguardo senza precedenti sulle zone più lontane e antiche del cosmo. “Siamo solo all’inizio”, ha detto Domagal-Goldman in una conferenza stampa a Pasadena. “Questi dati ci aiuteranno a rispondere a domande che ci poniamo da decenni: come sono nate le prime galassie? Che cos’è davvero la materia oscura?”.

Tecnologia avanzata e lavoro di squadra internazionale

Il successo di Spherex nasce dalla collaborazione tra diversi centri di ricerca americani e internazionali. Il telescopio usa strumenti modernissimi per analizzare la luce infrarossa emessa da miliardi di stelle e galassie lontane. La scelta dell’infrarosso non è casuale: questa parte dello spettro permette di “vedere” attraverso le nubi di polvere cosmica che spesso nascondono le zone più interessanti dell’universo.

Durante le orbite quotidiane, Spherex raccoglie enormi quantità di dati, che poi vengono inviati a terra per essere studiati da team in California, Maryland e Texas. La mole di informazioni è così vasta che serviranno anni per analizzarle tutte con cura.

Cosa ci aspetta e l’impatto sulla ricerca

Gli scienziati sottolineano che questa mappa è solo il primo passo. Nei prossimi mesi, i dati saranno messi insieme a quelli di altre missioni, per fare analisi più approfondite. “Abbiamo davanti una vera miniera di informazioni”, ha detto un ricercatore del Jet Propulsion Laboratory. “Solo così potremo davvero capire cosa ci racconta l’universo primordiale”.

La comunità scientifica aspetta ora i primi risultati del confronto tra Spherex e gli altri osservatori nello spazio. L’obiettivo è rispondere ai grandi interrogativi sull’origine delle galassie e sulla composizione dell’universo. Nel frattempo, questa nuova mappa infrarossa segna una tappa importante nella lunga avventura dell’esplorazione del cosmo.