Teheran avverte Trump: pronte risposte forti a ogni aggressione

Teheran avverte Trump: pronte risposte forti a ogni aggressione

Teheran avverte Trump: pronte risposte forti a ogni aggressione

Matteo Rigamonti

Dicembre 30, 2025

Teheran, 30 dicembre 2025 – La tensione tra Stati Uniti e Iran si è fatta più pesante nelle ultime ore. Il presidente americano Donald Trump ha rilanciato la sua linea dura contro il programma nucleare di Teheran. Ieri sera, alla Casa Bianca, durante una conferenza stampa, Trump ha detto chiaro e tondo: “Se l’Iran proverà a riarmarsi o a riprendere il programma nucleare, elimineremo tutte le loro armi”. Parole forti, a cui è seguita subito una risposta altrettanto decisa. Ali Shamkhani, segretario del Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale iraniano, ha avvertito che “qualsiasi aggressione riceverà una risposta immediata e dura”.

Washington e Teheran, scontro a distanza

Le parole di Trump sono arrivate in un momento già molto teso nel Golfo. Il presidente americano, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale alle 19.30 ora locale, ha ribadito senza giri di parole: “Non permetteremo all’Iran di avere armi nucleari. Se ci proveranno, distruggeremo ogni loro capacità offensiva”. Fonti diplomatiche statunitensi confermano che si tratta di un chiaro segnale, a seguito di movimenti sospetti nei siti nucleari iraniani.

Pochi minuti dopo, la risposta di Ali Shamkhani è arrivata da Teheran, via post su X (ex Twitter), intorno alle 21 ora locale. “La capacità missilistica e la difesa dell’Iran non sono negoziabili né sottoposte a permessi”, ha scritto. E ha aggiunto: “La nostra dottrina di difesa prevede risposte già pronte, prima che le minacce si concretizzino”. Gli analisti locali interpretano queste parole come la volontà delle forze armate iraniane di reagire anche in modo preventivo.

Nucleare e sicurezza: la partita si fa dura

Il programma nucleare iraniano resta il nodo centrale della crisi. Dopo che gli Stati Uniti hanno lasciato l’accordo sul nucleare (JCPOA) nel 2018, i rapporti tra Washington e Teheran si sono fatti sempre più tesi. Negli ultimi mesi, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha segnalato un aumento delle attività di arricchimento dell’uranio in alcuni siti chiave come Natanz e Fordow. Secondo il rapporto di novembre, l’Iran avrebbe superato i limiti fissati dall’accordo, sia nella quantità sia nella purezza dell’uranio.

Fonti europee parlano di una situazione “fragile” che potrebbe sfuggire di mano se una delle parti commettesse un errore. Nel frattempo, la presenza militare americana nel Golfo rimane alta: la portaerei USS Eisenhower è stata vista al largo dell’Oman, mentre l’Iran ha potenziato le difese nelle province meridionali.

La reazione del mondo e i possibili scenari

La comunità internazionale osserva con attenzione l’evolversi della crisi. A Bruxelles, il portavoce dell’Alto rappresentante UE per la politica estera ha chiesto “massima moderazione” e il rispetto degli impegni presi sull’accordo nucleare. Anche la Russia ha lanciato l’allarme. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha detto che “un’escalation militare sarebbe un disastro per tutta la regione”.

In Iran, i media vicini al governo hanno rilanciato le parole di Shamkhani come un segno di fermezza nazionale. “Non accetteremo diktat né minacce”, ha scritto il quotidiano Kayhan in prima pagina. Per le strade di Teheran, però, la gente è divisa: c’è chi teme un nuovo conflitto e chi invece sostiene la linea dura del governo. “Siamo pronti a difenderci”, confida Amir Hosseini, commerciante nel bazar centrale.

Che cosa aspettarsi nei prossimi giorni

Gli esperti ritengono che i prossimi giorni saranno decisivi per capire se si aprirà una nuova fase di negoziati o se prevarrà la strada dello scontro. Fonti ONU a New York dicono che, almeno fino a fine anno, non sono previsti incontri ufficiali tra americani e iraniani. Ma alcune cancellerie europee stanno lavorando dietro le quinte per cercare di calmare le acque.

L’attenzione resta alta su entrambe le capitali. Per ora, sia Washington che Teheran mantengono toni duri e posizioni ferme. Nei prossimi giorni si capirà se alle parole seguiranno fatti concreti o se prevarrà la via diplomatica.