Trump avverte: ‘Hamas dovrà affrontare conseguenze se non si disarma’

Trump avverte: 'Hamas dovrà affrontare conseguenze se non si disarma'

Trump avverte: 'Hamas dovrà affrontare conseguenze se non si disarma'

Matteo Rigamonti

Dicembre 30, 2025

Washington, 30 dicembre 2025 – Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha lanciato un avvertimento chiaro ad Hamas: se il movimento palestinese non si disarma in fretta, dovrà fare i conti con conseguenze pesanti. La dichiarazione è arrivata ieri sera, al termine di un incontro a porte chiuse con il premier israeliano Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca. “Daremo un breve tempo ad Hamas per disarmare, altrimenti pagherà un prezzo”, ha detto Trump ai giornalisti, con voce decisa e lo sguardo fisso nelle telecamere.

Trump e Netanyahu spingono per una svolta: avvertimento a Hamas da Washington

L’incontro tra il presidente americano e il leader israeliano si è svolto nel pomeriggio, negli uffici della West Wing. Fonti della Casa Bianca raccontano che al centro della discussione c’è stata la situazione nella Striscia di Gaza e le tensioni ancora vive dopo gli ultimi scontri. Netanyahu è arrivato a Washington alle 14.30 locali e avrebbe chiesto “un sostegno chiaro e concreto” dagli Stati Uniti per garantire la sicurezza di Israele. “Non possiamo più accettare che Hamas continui a minacciare i nostri cittadini”, avrebbe confidato il premier israeliano durante il colloquio.

Trump, che nei giorni scorsi aveva già espresso preoccupazione per l’escalation in Medio Oriente, ha scelto un tono duro. “Non possiamo permettere che gruppi armati come Hamas continuino a destabilizzare la regione”, ha detto, sottolineando la necessità di “un’azione rapida e decisa”.

Ultimatum senza dettagli: tempi e modi ancora un mistero

Per ora non sono stati chiariti i tempi precisi dell’ultimatum né quali misure gli Stati Uniti adotteranno se Hamas non si disarma. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha spiegato che “la finestra temporale sarà comunicata direttamente alle parti interessate”, senza entrare nei dettagli. Fonti diplomatiche vicine al dossier parlano di “giorni, non settimane”, ma la situazione resta incerta.

Da Gaza, però, nessuna risposta ufficiale. Alcuni esponenti di Hamas, intervistati dalla stampa locale, hanno definito le parole di Trump “una provocazione” e hanno ribadito che “la resistenza andrà avanti finché dura l’occupazione”. Al momento nessun segnale di apertura al dialogo.

La comunità internazionale in allerta: Medio Oriente sul filo del rasoio

L’avvertimento di Trump ha subito acceso i riflettori internazionali sulla crisi tra Israele e Hamas. L’Unione Europea ha diffuso una nota nella notte, invitando “tutte le parti alla moderazione” e chiedendo che “ogni iniziativa sia coordinata con le Nazioni Unite”. Anche la Russia ha espresso “preoccupazione per il rischio di un nuovo conflitto su larga scala”, mentre il governo egiziano dal Cairo si è detto pronto a fare da mediatore.

Sul terreno, la tensione è alta. A Sderot, città israeliana a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, le sirene d’allarme sono suonate più volte nelle ultime 24 ore. I residenti parlano di notti insonni e scuole chiuse per precauzione. “Viviamo con la paura costante”, racconta Yael Cohen, insegnante elementare del posto.

Che succederà adesso? Tra minacce e tentativi di pace

L’ultimatum di Trump rischia di complicare ancora di più un equilibrio già fragile nella regione. Gli esperti avvertono che una pressione militare su Hamas potrebbe scatenare una nuova spirale di violenza. Eppure, nelle cancellerie occidentali, si continua a lavorare per evitare lo scontro e trovare una via diplomatica. Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha ricordato che “solo il dialogo può portare a una pace duratura”.

Per ora, si aspetta. Nei prossimi giorni si capirà se l’avvertimento americano spingerà Hamas a cambiare atteggiamento o se la crisi precipiterà verso un nuovo scontro armato. Intanto, a Washington come a Gerusalemme, si moltiplicano gli incontri riservati e i contatti con gli alleati regionali. La partita, insomma, è ancora aperta.