Washington, 30 dicembre 2025 – Donald Trump ha lanciato un nuovo avvertimento all’Iran, minacciando un intervento militare immediato se Teheran dovesse provare a rilanciare il suo programma nucleare o riprendere la produzione di missili balistici. La dichiarazione è arrivata ieri pomeriggio, poco prima dell’incontro con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca, in un clima già teso tra Stati Uniti e Iran.
Trump: “Se l’Iran si muove, li distruggeremo”
“Ho sentito che l’Iran sta cercando di rimettersi in moto, e se è vero, dovremo fermarli”, ha detto Trump ai giornalisti nella Roosevelt Room, con Netanyahu accanto a lui. Il presidente americano non ha lasciato dubbi: “Li fermeremo. Li distruggeremo completamente”. Parole decise, pronunciate con voce ferma, che hanno subito fatto il giro del mondo.
Secondo fonti della Casa Bianca, l’allarme è scattato dopo alcune segnalazioni dell’intelligence Usa su movimenti sospetti nei siti nucleari iraniani. Nessuna conferma ufficiale, ma la preoccupazione resta alta. “Se l’Iran prova a riprendere il suo programma nucleare, sosterremo un attacco immediato”, ha ribadito Trump, invitando Teheran a “cercare un accordo” invece di alimentare nuove tensioni.
Rapporti sempre più tesi, la diplomazia è ferma
Le parole di Trump arrivano in un momento delicato. Da mesi i colloqui tra Washington e Teheran sono bloccati, mentre sullo sfondo pesano le sanzioni economiche decise dagli Usa dopo il ritiro dall’accordo sul nucleare del 2015. L’Iran, dal canto suo, ha più volte minacciato di superare i limiti sull’arricchimento dell’uranio previsti dall’intesa.
Netanyahu, da sempre duro con Teheran, ha espresso “pieno sostegno” a Trump. “Non possiamo permettere che l’Iran si doti di armi nucleari”, ha detto il premier israeliano, sottolineando che la sicurezza di Israele dipende anche dalla fermezza americana.
Reazioni nel mondo: cresce la paura di una nuova crisi
Le parole di Trump hanno scatenato reazioni immediate anche fuori dagli Stati Uniti. A Bruxelles, fonti dell’Unione europea hanno espresso “preoccupazione” per il rischio di una nuova escalation militare nel Golfo Persico. “Serve dialogo, non minacce”, ha detto un funzionario Ue che segue da vicino la questione iraniana.
A Teheran, invece, le prime risposte sono arrivate tramite l’agenzia Mehr: “Non ci faremo intimidire”, avrebbe detto un portavoce del governo iraniano, senza però chiarire quali mosse verranno prese. Nel frattempo, le borse del Medio Oriente hanno segnato un lieve calo nelle prime ore della mattina, segno che i mercati temono ripercussioni sulle forniture di energia.
Il nodo del nucleare resta al centro dello scontro
Al cuore della crisi c’è il programma nucleare iraniano. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) segnala che negli ultimi mesi Teheran ha aumentato la produzione di uranio arricchito, anche se restano dubbi sulla capacità reale di costruire una bomba atomica a breve termine. Gli Stati Uniti chiedono garanzie “verificabili e durature”, mentre l’Iran insiste sul diritto allo sviluppo pacifico dell’energia nucleare.
Nel suo discorso, Trump ha lasciato intendere che la porta per la diplomazia non è ancora chiusa: “Siamo pronti a trattare, ma non accetteremo ricatti”. Una posizione che apre diversi scenari per il 2026, anno delle prossime elezioni presidenziali americane.
Il futuro è incerto: equilibrio o rischio guerra?
In questo clima teso, la comunità internazionale segue con attenzione ogni mossa di Washington e Teheran. Gli esperti avvertono che una nuova crisi nel Golfo potrebbe avere effetti a catena sull’economia mondiale e sulla stabilità regionale. Per ora, però, tutto resta sospeso tra minacce e tentativi di dialogo. La partita sul nucleare iraniano resta uno dei nodi più delicati della politica estera globale.
