Trump e il piano di pace: Israele fa la sua parte per Gaza

Trump e il piano di pace: Israele fa la sua parte per Gaza

Trump e il piano di pace: Israele fa la sua parte per Gaza

Matteo Rigamonti

Dicembre 30, 2025

Tel Aviv, 30 dicembre 2025 – Israele ha rispettato il piano di pace per Gaza. A dirlo, senza mezzi termini, è stato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante una conferenza stampa a Gerusalemme con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. L’annuncio arriva in un momento delicato, mentre la comunità internazionale segue da vicino gli sviluppi nella Striscia e le trattative in corso.

Trump: “Israele ha rispettato il piano di pace”

L’incontro è iniziato poco dopo le 10 del mattino nella residenza ufficiale del primo ministro. Trump ha sottolineato che “Israele ha rispettato tutti i punti del piano di pace per Gaza”, parlando degli accordi raggiunti nelle ultime settimane sotto l’egida americana. “Abbiamo lavorato a lungo per arrivare a questo risultato. Ora ci aspettiamo che anche gli altri facciano la loro parte”, ha aggiunto il presidente. Accanto a lui, Netanyahu ha annuito più volte, senza però entrare nei dettagli sulle prossime mosse del governo israeliano.

Tensioni e diplomazia: un equilibrio fragile

La dichiarazione di Trump arriva dopo mesi di tensioni nella regione. Dallo scorso ottobre, la situazione nella Striscia di Gaza resta instabile, con continui scambi di accuse tra Israele e Hamas e una popolazione civile sempre più in difficoltà. Il piano di pace, presentato dagli Stati Uniti a novembre, prevede una serie di passi graduali: cessate il fuoco, apertura di corridoi umanitari e rilascio di alcuni prigionieri. Fonti diplomatiche riferiscono che Israele ha già messo in pratica la maggior parte delle richieste, riducendo le operazioni militari in alcune zone e permettendo l’ingresso di aiuti internazionali.

Le reazioni: parole caute e tensioni ancora vive

Alla domanda su come ha risposto Hamas, Trump ha detto che “le trattative sono ancora in corso” e che “gli Stati Uniti stanno facendo pressione su tutti per rispettare gli impegni”. Fonti vicine al governo israeliano hanno commentato che “ora la palla passa ai gruppi palestinesi”. Dal quartier generale dell’Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah, invece, non è arrivato alcun commento ufficiale. Un portavoce di Hamas, contattato da Reuters, ha definito “prematura” la dichiarazione americana, sottolineando che “sul terreno la situazione resta molto difficile”.

Sul campo: aiuti in aumento, ma la situazione resta critica

Secondo dati dell’ONU, nelle ultime due settimane sono entrati nella Striscia circa 150 camion di aiuti alimentari e sanitari al giorno. Le organizzazioni umanitarie a Rafah e Khan Yunis segnalano un leggero miglioramento nei centri di accoglienza, anche se restano problemi seri, come l’accesso all’acqua potabile e alle cure mediche. Un operatore della Mezzaluna Rossa ha raccontato: “La gente è stanca, ma almeno ora arrivano più medicine e cibo”. Sul fronte sicurezza, fonti militari israeliane riferiscono che nelle ultime 48 ore non ci sono stati lanci di razzi verso il sud del Paese.

Futuro incerto: il cammino è ancora lungo

Nonostante l’ottimismo di Trump, il futuro del processo di pace è tutto da scrivere. Gli osservatori internazionali ricordano che il rispetto degli accordi da parte di Israele è solo un pezzo del puzzle. “Serve un impegno concreto anche dalla parte palestinese”, ha detto un diplomatico europeo presente all’incontro. Nel frattempo, la gente comune a Gaza vive nell’incertezza: le scuole a Gaza City sono ancora chiuse e molte famiglie restano sfollate.

Washington al centro della scena

La visita di Trump in Israele – la terza dall’inizio del suo secondo mandato – conferma il ruolo chiave degli Stati Uniti nella crisi mediorientale. Washington si propone come garante degli accordi e tiene sotto controllo l’attuazione del piano. “Non ci fermeremo finché non vedremo risultati concreti”, ha ribadito il presidente americano prima di lasciare la sala stampa.

Ora resta da vedere se le parole di oggi a Gerusalemme si tradurranno in fatti nelle prossime settimane. Intanto, la comunità internazionale attende segnali chiari da tutte le parti, mentre la popolazione di Gaza guarda avanti con speranza, ma anche con una buona dose di preoccupazione.