Verona, 31 dicembre 2025 – Chico Forti, detenuto nel carcere di Verona da maggio, dopo il suo rientro dagli Stati Uniti, ha ricevuto dal Tribunale di sorveglianza di Venezia il via libera per lavorare fuori dal carcere. La decisione, arrivata nelle ultime ore, permette a Forti – 65 anni, ex produttore televisivo – di iniziare un percorso di reinserimento sociale attraverso attività lavorative e formative, come previsto dall’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario.
Permesso di lavoro esterno: cosa farà Forti
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino e confermato da fonti giudiziarie, il permesso riguarda tre attività ben precise: un corso per pizzaioli, il volontariato con anziani e l’insegnamento del windsurf a persone con disabilità. Le uscite saranno regolate da orari e modalità decise dall’amministrazione penitenziaria, con il rientro obbligatorio in carcere al termine di ogni giornata.
La richiesta era stata presentata dai legali di Forti dopo che, a settembre, la domanda di liberazione condizionale era stata respinta. “Abbiamo lavorato per mesi su un progetto serio di reinserimento”, ha spiegato uno degli avvocati, sottolineando come il percorso sia stato giudicato positivamente dai magistrati.
Il cammino giudiziario e i precedenti permessi
Forti, condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike nel 2000 e trasferito in Italia questa primavera, aveva già ottenuto alcune concessioni. A giugno, il Tribunale aveva autorizzato la frequenza delle aule studio interne al carcere di Verona. Da febbraio, invece, poteva andare a Trento per visitare la madre anziana, sempre sotto stretto controllo.
Il nuovo permesso è un passo avanti verso un reinserimento graduale nella società. “È una misura prevista dalla legge per favorire la rieducazione del detenuto”, ha spiegato una fonte della direzione carceraria. “Ogni uscita sarà monitorata e controllata con attenzione”.
Reazioni e cosa aspettarsi
La notizia ha diviso opinioni tra chi segue la vicenda da anni. Alcuni familiari delle vittime hanno espresso dubbi sulla concessione, mentre tra i sostenitori di Forti si parla di “un segnale di fiducia” da parte della magistratura italiana.
Il percorso giudiziario resta complesso. La richiesta di liberazione condizionale, presentata subito dopo il trasferimento in Italia, era stata bocciata a settembre. I giudici ritenevano che non fossero ancora maturi i presupposti per una misura più ampia. Ora, con il permesso di lavoro, si apre una nuova fase: “Siamo fiduciosi che Chico saprà dimostrare responsabilità”, ha detto uno dei suoi avvocati.
Dettagli sulle attività e tempistiche
Il corso da pizzaiolo si terrà in una struttura vicina al carcere, convenzionata con il Ministero della Giustizia. Il volontariato con gli anziani sarà organizzato da una onlus locale, mentre le lezioni di windsurf si svolgeranno sul lago di Garda, grazie a un’associazione sportiva che lavora con persone con disabilità.
Le prime uscite potrebbero partire già nelle prossime settimane. Il calendario sarà definito dopo un confronto tra l’amministrazione penitenziaria e i responsabili dei progetti. “L’obiettivo è garantire un percorso graduale e sotto controllo”, ha detto una fonte vicina alla direzione del carcere.
Un caso che continua a far parlare
La storia di Chico Forti resta al centro dell’attenzione e del dibattito pubblico. Il suo ritorno in Italia, dopo anni di pressioni diplomatiche e campagne internazionali, aveva riacceso il confronto sul sistema penitenziario e sulle possibilità di reinserimento dei detenuti. Adesso, con il nuovo permesso di lavoro appena concesso dal Tribunale di sorveglianza di Venezia, si apre un capitolo nuovo – fatto di regole precise, controlli stretti e aspettative concrete.
Resta da vedere come andrà avanti il percorso giudiziario e personale dell’ex produttore televisivo nei prossimi mesi. Nel frattempo, Verona segue da vicino ogni sviluppo di questa vicenda.
