Fisco in crisi: i Comuni segnalano sempre meno e gli incassi crollano del 50% in sette anni

Fisco in crisi: i Comuni segnalano sempre meno e gli incassi crollano del 50% in sette anni

Fisco in crisi: i Comuni segnalano sempre meno e gli incassi crollano del 50% in sette anni

Giada Liguori

Dicembre 31, 2025

Roma, 31 dicembre 2025 – Nel 2024 i proventi per i Comuni derivanti dalla collaborazione nel recupero dell’evasione fiscale hanno toccato il minimo storico, portando nelle casse poco più di 2,5 milioni di euro. A diffondere i dati oggi è il Centro Studi Enti Locali, che mette in luce un trend in calo da anni e solleva dubbi sull’efficacia reale degli incentivi destinati agli enti locali.

Crollano gli incassi: un confronto che fa paura

Il report mostra come la cifra incassata nel 2024 sia meno della metà rispetto ai 6,7 milioni di euro del 2021 e appena un quinto degli 11,4 milioni del 2018. Negli ultimi due anni si era già scesi intorno ai 3 milioni, ma questo nuovo minimo segna un passo indietro significativo. Il sistema funziona così: i Comuni segnalano all’Agenzia delle Entrate possibili casi di evasione fiscale e, se da queste segnalazioni arriva un recupero, una parte delle somme tornano all’ente locale.

Chi incassa di più? Genova guida la classifica, ma sorprende Vasia

Tra i Comuni che hanno incassato di più spicca Genova, che con le sue segnalazioni ha ottenuto oltre 800mila euro, molto più degli altri capoluoghi. Ma fa notizia anche il piccolo centro ligure di Vasia, meno di 400 abitanti, che ha incassato 20.710 euro. Una cifra più del doppio rispetto ai 10.145 euro di Roma Capitale. Un caso che, secondo gli esperti del Centro Studi, dimostra come alcuni piccoli Comuni riescano a intercettare situazioni particolari e a muoversi con rapidità.

Come funziona la compartecipazione: un sistema che cambia

Oggi lo Stato riconosce ai Comuni il 50% delle somme recuperate grazie alle segnalazioni. In passato la quota era più bassa: partiva dal 30%, poi è salita al 33% e infine al 50%. Tra il 2012 e il 2021 si era arrivati addirittura al 100%, una misura speciale pensata per stimolare la collaborazione tra enti locali e fisco. Dal 2022 si è tornati al 50%. Ora, spiegano fonti del Ministero dell’Economia, si sta pensando di riportare la compartecipazione al 100%, per dare nuova spinta al lavoro dei Comuni contro l’evasione.

Perché si guadagna meno? Meno segnalazioni e troppe difficoltà

Dietro il calo dei proventi ci sono vari motivi, spiega il Centro Studi. Prima di tutto, i Comuni segnalano meno, frenati da mancanza di personale e da procedure troppo complicate. Poi c’è l’effetto della riduzione della quota riconosciuta: “Con il ritorno al 50%, molti enti hanno perso la motivazione”, racconta un funzionario comunale che preferisce restare anonimo. Solo pochi – come Genova o qualche piccolo Comune molto attento – continuano a investire risorse in questo campo.

Il futuro: più incentivi e strumenti digitali

Il tema è ora al centro dell’attenzione del governo. Nei prossimi mesi, dicono dal Ministero dell’Economia, potrebbe arrivare una proposta per tornare al 100% di compartecipazione. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la collaborazione tra Stato e Comuni nella lotta all’evasione, anche con strumenti digitali e formazione mirata per gli uffici tributi locali. “Serve un cambio di passo – ammette un dirigente dell’Agenzia delle Entrate – perché senza l’impegno diretto dei territori il contrasto all’evasione perde forza”.

Intanto resta un dato: nel 2024 i Comuni italiani hanno visto scendere drasticamente le risorse legate al loro lavoro contro l’evasione fiscale. Un campanello d’allarme che riapre il dibattito su incentivi e strumenti a disposizione degli enti locali.