Roma, 31 dicembre 2025 – Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto oggi chiarezza sulla posizione del governo riguardo all’età pensionabile. Nel corso di un incontro con la stampa alla Camera, ha spiegato che l’esecutivo ha in realtà ridotto di due mesi l’aumento previsto per il 2027, intervenendo su un meccanismo che avrebbe fatto scattare automaticamente un incremento di tre mesi. “Sulle pensioni si dice che abbiamo allungato l’età pensionabile, ma in realtà il governo ha tolto due mesi all’aumento del 2027, perché senza il nostro intervento sarebbe salita di tre”, ha detto Giorgetti, poco dopo il via libera definitivo alla manovra finanziaria.
Età pensionabile, cosa cambia dal 2027
Il ministro ha ricordato che il sistema attuale prevede un adeguamento automatico dell’età pensionabile basato sulle aspettative di vita. Senza modifiche, dal 2027 l’età sarebbe salita di tre mesi. Con la manovra appena approvata, invece, l’aumento è stato ridotto a un solo mese. “Se i conti pubblici continueranno ad andare bene nel 2026, come è stato finora, cercheremo di ridurre anche quell’unico mese in più che scatta dal 2027”, ha aggiunto Giorgetti.
L’attenzione è puntata sul monitoraggio dei conti pubblici: se la situazione finanziaria resterà stabile o migliorerà, il governo è pronto a valutare altri aggiustamenti. Un messaggio pensato per rassicurare lavoratori e sindacati, preoccupati per possibili inasprimenti nei requisiti per andare in pensione.
Le reazioni e il clima politico
L’età pensionabile resta uno dei temi più delicati in Italia. Dopo l’approvazione della manovra, opposizioni e sindacati non hanno fatto mancare le critiche. La Cgil ha avvertito che “si rischia di continuare a spostare più in là il momento della pensione senza considerare le condizioni reali dei lavoratori”. La Uil ha invece chiesto “un confronto vero sulle prospettive del sistema previdenziale”.
Rispondendo ai giornalisti a Montecitorio, Giorgetti ha ribadito: “Non vogliamo penalizzare chi sta per andare in pensione”. Ha sottolineato che la scelta è stata dettata dall’esigenza di “tenere i conti in ordine”, ma anche dalla volontà di “non mettere ulteriore pressione sulle aspettative delle persone”.
I numeri della manovra e cosa aspettarsi
La manovra finanziaria appena approvata introduce misure per contenere la spesa pubblica e mantenere sotto controllo il debito. Secondo il Ministero dell’Economia, il risparmio derivante dal contenimento dell’aumento dell’età pensionabile sarà di circa 400 milioni di euro tra il 2027 e il 2029. Una cifra che, spiegano fonti ministeriali, “lascia margini per eventuali correzioni”.
Il governo punta a chiudere il 2025 con un deficit al 4%, rispettando gli impegni presi con Bruxelles. “Stiamo lavorando – ha detto ancora Giorgetti – per rispettare gli accordi europei senza mettere a rischio la coesione sociale”. Il ministro ha ricordato che il 2026 sarà un anno decisivo: “Valuteremo se ci saranno le condizioni per fare ulteriori passi avanti”.
Le prossime mosse e gli scenari
Il tema delle pensioni tornerà presto al centro del dibattito, già nei primi mesi del 2026. Il governo seguirà l’andamento dei conti pubblici e dialogherà con le parti sociali. Non sono esclusi tavoli tecnici per studiare nuove soluzioni. Nel frattempo, tra i corridoi di Montecitorio, alcuni parlamentari di maggioranza mostrano un cauto ottimismo: “Se i dati continueranno a essere buoni – ha confidato un deputato vicino al dossier – potremmo davvero evitare nuovi aumenti”.
La prudenza però rimane. Come ha ammesso lo stesso Giorgetti, “molto dipenderà dall’andamento dell’economia e delle entrate fiscali”. Solo allora si potrà parlare di una vera svolta sulle pensioni. Nel frattempo, lavoratori e sindacati aspettano risposte concrete.
