Milano, 31 dicembre 2025 – Il prezzo del gas naturale è scivolato sotto la soglia dei 28 euro per megawattora sulla piazza Ttf di Amsterdam. Nei contratti future di gennaio, il valore si è fermato a 27,67 euro al MWh, con un calo superiore al 3%. Dietro questa discesa, secondo gli addetti ai lavori, ci sono sia le previsioni meteo per le prossime settimane sia le tensioni geopolitiche legate ai colloqui di pace sull’Ucraina.
Gas naturale in calo: cosa c’è dietro la discesa
La giornata di contrattazioni ad Amsterdam è partita con un clima di prudenza. Poco dopo le 10, nelle principali sale trading – da Piazza Affari a Francoforte – i monitor segnavano un ribasso dei future sul gas. “Il mercato sta già scontando temperature più miti per la seconda metà di gennaio”, ha spiegato un analista di una grande banca europea. I modelli meteo aggiornati nelle ultime ore indicano infatti un possibile allentamento del freddo che ha caratterizzato la fine dell’anno. Di conseguenza, la domanda di gas per il riscaldamento potrebbe diminuire.
Ma non è solo il meteo a far muovere il mercato. Gli investitori tengono d’occhio anche le tensioni geopolitiche. I colloqui di pace sull’Ucraina, in corso tra le principali potenze europee e la Russia, continuano a condizionare le aspettative. Nonostante l’inasprimento delle posizioni di Mosca, il fatto che il dialogo non si sia fermato viene visto come un segnale di possibile stabilità futura per i mercati dell’energia.
Prezzi in calo, effetti sui mercati europei e italiani
Il calo del prezzo del gas ad Amsterdam, che resta la principale piazza di riferimento per l’Europa, si riflette anche sulle altre borse continentali. A Milano, Snam ha aperto in lieve ribasso, mentre Enel e Italgas hanno tenuto meglio. “Il calo dei prezzi potrebbe alleggerire la bolletta energetica delle imprese italiane”, ha commentato un funzionario del Ministero dell’Ambiente. Ma la situazione resta volatile: basta una variazione nei modelli meteo o una dichiarazione da Mosca per cambiare rapidamente scenario.
Secondo i dati di Refinitiv, le scorte di gas in Europa sono ancora sopra la media stagionale. Questo aiuta a tenere i prezzi sotto controllo, almeno nel breve periodo. “Le riserve sono solide”, ha confermato un portavoce di Gas Infrastructure Europe. Tuttavia, il settore resta prudente: l’inverno è lungo e i rischi di interruzioni nelle forniture dalla Russia non sono del tutto esclusi.
Le aziende restano attente, consumatori in attesa
Le aziende energetiche hanno reagito subito, ma con cautela. “Seguiamo continuamente l’andamento dei prezzi e ci prepariamo a diversi scenari”, ha detto un dirigente di Eni contattato nel primo pomeriggio. Le utility italiane stanno valutando come la discesa dei prezzi possa influire sui contratti a lungo termine e sulle strategie di approvvigionamento per il 2026.
Anche le associazioni dei consumatori osservano con attenzione. “Ci aspettiamo che il calo del prezzo del gas si traduca in una riduzione delle tariffe per famiglie e imprese”, ha detto Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori. Però, secondo gli esperti, l’effetto sulle bollette potrebbe farsi sentire solo nei prossimi mesi, a seconda delle decisioni dell’Autorità per l’energia e dell’andamento dei mercati internazionali.
Geopolitica e meteo: i fattori chiave
Resta aperta la questione della guerra in Ucraina. Nelle ultime ore, fonti diplomatiche europee hanno confermato che i negoziati proseguiranno anche nei primi giorni del nuovo anno, nonostante le tensioni con la Russia non accennino a calare. “Ogni passo avanti nei colloqui può avere effetti immediati sul mercato”, ha osservato un diplomatico italiano a Bruxelles.
Intanto, il meteo continua a giocare un ruolo decisivo. Se le temperature resteranno effettivamente miti – come dicono i modelli attuali – la domanda di gas potrebbe rimanere bassa almeno fino a metà gennaio. Solo allora si capirà se il calo sotto i 28 euro è l’inizio di una tendenza stabile o solo una pausa in un mercato ancora incerto.
Per ora, gli operatori restano sul chi va là. E il prezzo del gas, oggi più che mai, resta il termometro delle tensioni fra clima e geopolitica.
