Roma, 31 dicembre 2025 – Nella notte tra il 30 e il 31 dicembre, l’Aula della Camera dei Deputati si è trasformata in un palcoscenico insolito. Tra battute ironiche, richiami continui e qualche pausa caffè, si è consumato l’ultimo atto della discussione sugli ordini del giorno della manovra. Una vera e propria maratona parlamentare, iniziata intorno alle 22 dopo il voto di fiducia sulla legge di bilancio, che si è protratta fino alle 4.30 del mattino. Nessun colpo di scena, ma tanto sarcasmo e qualche scherzo tra i banchi.
Una notte lunga tra emendamenti e scontri
Dopo il via libera alla fiducia, arrivato poco dopo le 21, i deputati sono tornati in Aula per affrontare gli ultimi emendamenti e la Nota di variazione al bilancio di previsione. Il clima, seppur acceso, è rimasto sotto controllo. Solo con l’intervento di Giuseppe Conte, che ha chiesto “maggiori risorse per il sistema sanitario nazionale”, la tensione si è fatta più netta. Ma è durato poco: subito dopo la Camera si è immersa nella discussione dei 239 ordini del giorno, un numero che quest’anno ha attirato l’attenzione per la sua rilevanza politica.
Pensioni al centro: la mossa della Lega
Tutti gli occhi erano puntati sull’ultimo ordine del giorno, quello presentato dalla Lega, che impegnava il governo a valutare lo stop all’aumento dell’età pensionabile. Una richiesta però legata al rispetto dei limiti di finanza pubblica. Il governo ha dato parere favorevole e il testo è passato intorno alle 23. “Un segnale importante”, hanno commentato fonti leghiste, anche se la formula resta condizionata. Da quel momento la discussione si è fatta più calma, ma non meno partecipata, con una sola pausa concessa verso l’una di notte.
Tra ironia e citazioni, la notte della Camera
Tra i protagonisti della seduta, spicca Gianni Cuperlo (Pd), che ha difeso con passione l’ordine del giorno a sostegno del settore dello spettacolo. “Ancora una volta siamo qui, come sempre di notte”, ha detto Cuperlo, citando con ironia la chiusura tipica dei programmi notturni di Gigi Marzullo: “Un giorno in più per amare, per sognare e per vivere”. Le sue parole hanno strappato applausi dai banchi dem e qualche sorriso tra i colleghi.
Non sono mancati momenti di leggerezza. Qualcuno ha ricordato le sorelle Kessler, altri si sono fatti selfie in diretta o si sono rifugiati in uno spuntino veloce. In Aula, tra i corridoi e le sedute semivuote dopo mezzanotte, si sono visti deputati sorseggiare caffè per restare vigili.
Giorgio Mulè e la regia della notte: ritmo e sarcasmo
A tenere le redini della seduta è stato Giorgio Mulè, presidente di turno, che ha guidato la notte con energia e qualche battuta fuori dagli schemi. “La notte è piccola per noi…”, ha canticchiato Mulè a un certo punto, strappando una risata generale. Il suo stile diretto – richiami continui, sollecitazioni ai colleghi, correzioni rapide – ha aiutato a tenere alta l’attenzione nonostante la stanchezza.
Le due sottosegretarie all’Economia, Lucia Albano e Sandra Savino, si sono alternate nella lettura dei pareri sugli ordini del giorno. Le modifiche sono state tante; spesso Mulè è dovuto intervenire per chiarire respingimenti o accantonamenti: “Non si può dire un po’ sì e un po’ no”, ha tagliato corto in un passaggio. E ancora: “Mi sembra la tombola!”, ha scherzato verso le quattro del mattino.
Manovra chiusa all’alba
Alle 4.30, dopo ore di dibattito e una lunga serie di votazioni, la Camera ha chiuso la lunga notte della manovra. Nessun colpo di scena finale, ma la sensazione diffusa – tra maggioranza e opposizione – che anche quest’anno il Parlamento abbia portato a termine il suo compito tra fatica e ironia. “È sempre così – ha confidato un deputato uscendo dall’Aula – alla fine si è stanchi, ma si sa che ogni dettaglio conta”.
La legge di bilancio supera così l’ultimo ostacolo parlamentare, lasciandosi alle spalle una notte fatta di citazioni, battute e qualche caffè di troppo.
