Venezia, 31 dicembre 2025 – Una spilla appuntata sul petto, discreta ma carica di significato: è così che, questo pomeriggio, gli orchestrali e il coro del Teatro La Fenice hanno scelto di far sentire la loro voce durante il tradizionale concerto di Capodanno, diretto da Michele Mariotti e trasmesso in diretta su Rai1. La protesta è nata in risposta alla recente nomina di Beatrice Venezi come direttore musicale del teatro. Niente clamori, niente urla, ma un segnale chiaro e visibile sia in sala che sul palco.
La protesta che parla senza parole
La Rsu del teatro ha spiegato che la decisione di non scioperare è stata presa per “rispettare l’impegno verso il pubblico”. Ma la spilla – pagata dagli stessi lavoratori – vuole essere un simbolo di “unità e determinazione” per difendere “la dignità del lavoro e il futuro del Teatro”. Un gesto semplice, quasi timido, che però ha un peso preciso: esprimere preoccupazione per una gestione artistica che molti percepiscono lontana dalle tradizioni e dalle necessità degli artisti. Coinvolgere anche il pubblico, distribuendo le spille all’ingresso, ha dato alla protesta un respiro più ampio, trasformando la sala in uno spazio di solidarietà silenziosa.
Perché protestano gli orchestrali
La nomina di Beatrice Venezi, giovane direttrice d’orchestra nota per la sua visibilità mediatica e per alcune idee controverse nel mondo della musica, ha spaccato non solo l’opinione pubblica, ma anche chi lavora alla Fenice. “Non è una questione personale”, ha detto un orchestrale durante le prove di ieri sera, “ma riguarda un’idea di teatro che sentiamo in pericolo”. I sindacati hanno chiesto risposte su sei punti precisi, ribadendo che sono disposti a dialogare, ma solo se la nomina viene ritirata e si riparte da capo. Uno scontro che, per ora, non sembra destinato a chiudersi in fretta.
Il sovrintendente: “Serve equilibrio”
Anche Nicola Colabianchi, sovrintendente e direttore artistico della Fenice, è intervenuto sulla questione. “Ho visto l’orchestra e il coro durante le prove; ogni forma di protesta pacata è legittima”, ha detto stamattina in una nota. Colabianchi ha sperato in “scelte condivise” e invitato tutti a trovare quel punto di equilibrio che – parole sue – “tutti cerchiamo”. Parole aperte, ma che non risolvono il nodo principale: i lavoratori vogliono un passo indietro sulla nomina di Venezi.
Brugnaro: “La voglio vedere all’opera”
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non ha tardato a commentare la protesta durante la conferenza stampa di fine anno. “Il primo appuntamento del 2026 a Venezia sarà il concerto di Capodanno alla Fenice, che anche quest’anno seguirò con grande entusiasmo”, ha detto. Brugnaro ha riconosciuto la legittimità della protesta (“un allenatore non lo può scegliere la squadra”), ma ha anche espresso la sua voglia di vedere all’opera Beatrice Venezi: “La voglio vedere suonare, credo che se lo meriti. Qualcuno dice che il suo curriculum non è all’altezza, io penso di sì. Potrebbe essere una scommessa importante, e possiamo vincerla”. Parole che cercano di calmare gli animi senza nascondere le difficoltà.
La Fenice divisa tra passato e futuro
Dietro la spilla contro Beatrice Venezi c’è molto più di una protesta sindacale. È il segno di un conflitto profondo: la difesa delle tradizioni contro l’apertura a nuove strade artistiche. In sala, oggi pomeriggio, si respirava una tensione calma; qualcuno accettava la spilla con un sorriso, altri la rifiutavano. Sul palco, gli occhi erano fissi sulle partiture. Solo tra una sinfonia e l’altra il senso della protesta è apparso chiaro: difendere l’identità della Fenice senza chiudersi al confronto. Ma la partita, quella vera, è ancora tutta aperta.
