Navi cinesi si allontanano da Taiwan: segnale di distensione a Taipei

Navi cinesi si allontanano da Taiwan: segnale di distensione a Taipei

Navi cinesi si allontanano da Taiwan: segnale di distensione a Taipei

Matteo Rigamonti

Dicembre 31, 2025

Taipei, 31 dicembre 2025 – Dopo giorni di tensione, le navi da guerra cinesi e le unità della guardia costiera di Pechino che circondavano le acque di Taiwan stanno lentamente lasciando la zona. Lo ha confermato questa mattina la guardia costiera dell’isola. Il ritiro, iniziato nelle prime ore di oggi, segna la fine delle esercitazioni militari su larga scala che hanno tenuto in allerta l’intero stretto di Taiwan e le città lungo la costa.

Navi cinesi in ritirata: cosa sta succedendo nello Stretto di Taiwan

Secondo quanto raccolto da alanews.it, il vicedirettore generale della guardia costiera taiwanese, Hsieh Ching-chin, ha spiegato che “le navi da guerra e quelle della guardia costiera si stanno ritirando, anche se alcune sono ancora fuori dalla linea delle 24 miglia nautiche”. Una situazione che resta quindi ancora fluida: la presenza cinese non è sparita del tutto, ma il grosso della flotta si sta allontanando dalle acque considerate sensibili da Taipei.

Le esercitazioni militari, iniziate lunedì scorso, hanno visto un massiccio dispiegamento di navi e aerei cinesi intorno all’isola. Le autorità taiwanesi hanno parlato di una “pressione senza precedenti”, con manovre che si sono spinte fino quasi alla cosiddetta “linea mediana” dello stretto, tradizionalmente considerata una specie di confine non ufficiale tra le due sponde.

Taipei reagisce, tra paura e precauzioni

Negli ultimi due giorni la tensione si è fatta sentire soprattutto nei porti di Keelung e Kaohsiung. I pescatori raccontano di aver visto “più navi grigie del solito” e di aver evitato alcune rotte per paura di incidenti. “Abbiamo preferito restare a riva”, confida Lin, 54 anni, che lavora da sempre nel porto a nord dell’isola. Anche scuole e uffici pubblici hanno adottato misure di sicurezza: esercitazioni di evacuazione lampo, controlli agli ingressi e comunicazioni continue via radio.

Il governo di Taipei, guidato dalla presidente Lai Ching-te, ha invitato la popolazione a mantenere “calma e attenzione”, ribadendo che “la sicurezza nazionale è la priorità”. In una nota diffusa ieri sera, l’esecutivo ha sottolineato che “le forze armate sono pronte a ogni evenienza”, ma ha anche chiesto a Pechino di “fermare le provocazioni”.

Pechino chiude le manovre, ma la tensione resta alta

Da parte cinese, il ministero della Difesa ha dichiarato che le esercitazioni “hanno raggiunto gli obiettivi”, senza però specificare quando tutte le unità torneranno a casa. Fonti locali riferiscono che alcune navi restano ancora in posizione strategica oltre le 24 miglia nautiche, il limite delle acque territoriali secondo il diritto internazionale.

“Le esercitazioni dovrebbero essere finite”, ha ribadito Hsieh Ching-chin all’AFP. Ma per gli esperti militari di Taipei la presenza di queste navi è un chiaro messaggio: la pressione su Taiwan non si allenta davvero. “È una dimostrazione di forza, ma anche un segnale che Pechino vuole tenere alta la tensione”, spiega il professor Wang Yu-ting dell’Università Nazionale di Taiwan.

Lo sguardo internazionale e le mosse di domani

La crisi nello stretto è seguita da vicino da Stati Uniti, Giappone e Unione Europea. Washington ha mandato una nave da ricognizione nella zona, mentre Tokyo ha rafforzato il controllo radar sulle isole meridionali. L’Unione Europea ha chiesto “moderazione a entrambe le parti” e ha invitato al dialogo.

Sul fronte interno, la presidente Lai ha convocato per domani una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Secondo fonti governative, si discuteranno le misure da prendere in caso di nuove incursioni o escalation.

Nel frattempo, per le strade di Taipei si respira un’aria di cautela. Nei bar del quartiere Xinyi si parla a bassa voce degli ultimi eventi. “Siamo abituati alle minacce – racconta Mei, studentessa universitaria – ma stavolta sembrava più serio”. Solo nel pomeriggio, con il ritiro delle navi visibile dai moli, la tensione è sembrata un po’ calare.

Resta però il dubbio sulle prossime mosse di Pechino. Per ora, le navi cinesi si stanno allontanando. Ma nello stretto, la calma è sempre fragile.