Varese, 31 dicembre 2025 – Un raduno neonazista internazionale ha avuto luogo a metà novembre a Lonate Pozzolo, nel Varesotto, dentro la sede della Pro Loco locale. Fino a oggi, la notizia era rimasta nascosta. A portarla alla luce è stata un’inchiesta della piattaforma tedesca Exif-recherche, che ha ricostruito la presenza di circa 500 partecipanti da vari Paesi europei. L’evento, organizzato per il trentesimo anniversario degli “Italia Hammerskins”, ha scatenato forti polemiche e indignazione.
Raduno segreto nella tensostruttura del Cerello
Secondo Exif-recherche, il raduno si è svolto nella tensostruttura del Cerello, un luogo solitamente usato per feste di paese e iniziative culturali. Durante la serata, la struttura ha ospitato il concerto “Hammerfest”. Nel corso dell’evento, le grida di “Sieg Heil” si sono sentite più volte, soprattutto durante l’esibizione della band tedesca Spreegeschwader. Le foto pubblicate mostrano decine di persone con simboli di estrema destra e chiari riferimenti alla cultura neonazista.
Nel pomeriggio, prima del concerto, si sarebbe tenuta una riunione riservata ai membri degli Hammerskin, con una forte partecipazione internazionale. Circa trenta membri venivano dalla Germania, quasi la metà degli iscritti. Tra loro anche Malte Redeker, considerato il capo degli Hammerskin europei. Oltre agli italiani, erano presenti persone da Spagna, Francia, Paesi Bassi, Russia, Stati Uniti, Svezia, Finlandia e Svizzera.
La comunità in allarme e le prime dimissioni
La notizia ha subito fatto scalpore a Lonate Pozzolo. L’ex sindaca Nadia Rosa non ha nascosto il suo sdegno: “È un insulto che 500 neonazisti da tutta Europa abbiano trovato ospitalità qui, nella tensostruttura del Cerello. Razzismo, omofobia, antisemitismo e suprematismo bianco non devono avere spazio, e meno che mai in una struttura della nostra comunità”. Rosa ha sottolineato come le immagini diffuse da Exif-recherche non lascino dubbi sulla natura dell’evento.
Poche ore dopo è arrivata la prima conseguenza interna alla Pro Loco. Melissa Derisi, consigliera, ha annunciato le sue dimissioni. “Ho saputo dell’evento solo dai social e dai giornali – ha detto –. Dare spazio pubblico a gruppi apertamente neonazisti è gravissimo. Ancora più grave è che il consiglio direttivo non fosse stato informato”. Derisi ha parlato di “gestione senza confronto né responsabilità collettiva” e ha aggiunto: “Affittare una struttura senza controllare chi la userà non può essere solo una leggerezza”.
Indagini in corso e tanti interrogativi
Al momento non ci sono comunicati ufficiali dalle autorità locali o dalle forze dell’ordine. Secondo le prime ricostruzioni, l’evento è stato organizzato per evitare controlli: niente pubblicità sui canali ufficiali, accesso limitato e una rete di contatti che ha coinvolto diverse nazionalità. Il caso è stato ripreso anche dal Corriere del Ticino, che ha evidenziato come la vicenda abbia già fatto rumore oltre confine.
Resta da capire come sia stato possibile che un raduno di questa portata sia passato inosservato. In paese si moltiplicano le domande: chi ha autorizzato l’affitto della tensostruttura? Sono stati fatti controlli sui richiedenti? E soprattutto, quali misure si prenderanno per evitare che accada di nuovo?
Lonate Pozzolo sotto shock
A Lonate Pozzolo, intanto, domina lo stupore. In piazza Sant’Ambrogio, questa mattina, alcuni residenti si sono detti “sorpresi e amareggiati”. “Non ci aspettavamo una cosa del genere qui”, ha raccontato una commerciante del centro storico. La vicenda rischia di lasciare segni profondi nella comunità e di aprire un confronto più ampio sulla gestione degli spazi pubblici e sulla prevenzione dell’estremismo.
Le prossime settimane saranno decisive per fare chiarezza su responsabilità e dinamiche. Nel frattempo, Lonate Pozzolo si interroga sul proprio ruolo e sulle fragilità emerse in questa vicenda.
