La situazione del commercio in Italia è drammatica e richiede un’attenzione urgente. Con un numero crescente di lavoratori in difficoltà, il settore si trova a fronteggiare una crisi che dura da oltre ventotto mesi. I rappresentanti sindacali della Cgil, Pino Gesmundo e Fabrizio Russo, hanno messo in evidenza che la crisi industriale sta evolvendo in una crisi sociale, colpendo duramente il commercio, la distribuzione e i servizi.
la crisi del commercio e i suoi effetti
Oltre 30mila lavoratori, tra cui dipendenti di grandi catene come Coin, Carrefour, Conbipel, Original Marines e Logitech/Teknoservice, sono stati gravemente colpiti. La maggior parte di questi lavoratori sono donne, che operano in un ambiente già fragile, caratterizzato da contratti precari e part-time involontario. Questa precarietà rende difficile assorbire nuovi esuberi, e la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni aggrava ulteriormente la situazione.
le richieste della Cgil
La Cgil chiede misure concrete e politiche specifiche per affrontare la precarietà e il lavoro povero. Tra le proposte avanzate, si possono elencare:
- Pianificazione di investimenti mirati per favorire uno sviluppo concreto.
- Creazione di corsi di formazione per aggiornare le competenze dei lavoratori.
- Incentivazione di investimenti nelle piccole e medie imprese.
- Sostegno a politiche di consumo responsabile.
Queste azioni sono fondamentali per garantire tutele e rispetto per i milioni di lavoratori coinvolti nel settore.
l’impatto sociale della crisi
La crisi del commercio non è solo un problema economico, ma ha anche gravi ripercussioni sociali. La chiusura di negozi e attività commerciali impoverisce le comunità locali, riducendo le opportunità di socializzazione e incontro. Questo circolo vizioso, se non affrontato, rischia di compromettere il futuro di interi settori e generazioni.
Inoltre, la digitalizzazione e la crescita dell’e-commerce hanno cambiato radicalmente il panorama commerciale. Mentre alcuni settori prosperano, il commercio tradizionale fatica a tenere il passo. È essenziale che il Governo e le istituzioni riconoscano queste sfide e mettano in atto strategie per supportare la transizione verso un modello di commercio più sostenibile e inclusivo.
In conclusione, il messaggio della Cgil è chiaro: senza interventi significativi, il commercio italiano continuerà a sprofondare, lasciando dietro di sé una scia di disoccupazione e precarietà. È un momento cruciale per il settore, e il tempo per agire è ora.