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Tragedia inaspettata: ragazza uccisa da una statuetta lanciata dal balcone, il 13enne aveva già colpito in passato

Tragedia inaspettata: ragazza uccisa da una statuetta lanciata dal balcone, il 13enne aveva già colpito in passato

Tragedia inaspettata: ragazza uccisa da una statuetta lanciata dal balcone, il 13enne aveva già colpito in passato

La tragica morte di Chiara Jaconis, una giovane di 30 anni, ha scosso profondamente la comunità di Napoli e oltre. La Procura minorile di Napoli ha recentemente chiuso l’inchiesta riguardante la sua morte, avvenuta il 17 settembre 2023, dopo che era stata colpita alla testa da una statuetta d’onice, lanciata da un balcone. L’autore del gesto è un ragazzo di soli 13 anni, un adolescente problematico, che in passato era stato protagonista di atti simili. La chiusura dell’inchiesta ha portato all’invio degli atti agli avvocati della famiglia Jaconis, sollevando interrogativi sul ruolo dei genitori del minore coinvolto.

La dinamica della tragedia

La tragedia si è consumata nei Quartieri Spagnoli, un’area storica di Napoli nota per le sue strade strette e la vita di strada. Chiara Jaconis si trovava in città per una breve vacanza con il fidanzato, quando, durante una passeggiata in via Concordia, è stata colpita da una statuetta decorata in stile egizio, dal peso di oltre 10 chili. L’impatto è stato devastante: Chiara è crollata a terra, perdendo i sensi davanti al suo compagno. Dopo due giorni di agonia in ospedale, la giovane, che aveva recentemente coronato il suo sogno di lavorare nel mondo della moda a Parigi con il marchio Prada, è deceduta.

La reazione della famiglia e le indagini

La famiglia Jaconis ha espresso un profondo dolore e rabbia dopo la chiusura dell’inchiesta. Gianfranco Jaconis, padre di Chiara, ha dichiarato: «Visti i precedenti, tutto ciò poteva essere evitato. Attendiamo che i nostri avvocati analizzino il materiale dalla Procura minorile e l’esito delle indagini della Procura ordinaria». La sorella di Chiara ha aggiunto: «Provo rabbia. Non si è trattato di un caso isolato. È gravissimo che i genitori abbiano negato tutto».

Dal materiale raccolto durante le indagini è emerso che il ragazzo aveva già lanciato oggetti dal balcone in altre occasioni, tra cui un tablet e dei cuscini. Questo solleva interrogativi sulla supervisione e il controllo che i genitori avrebbero dovuto esercitare. La legge italiana stabilisce che i minori di 14 anni non possano essere considerati penalmente responsabili, il che significa che il ragazzino non potrà essere processato per la sua azione, nonostante la gravità della situazione.

Le implicazioni sociali

In parallelo, continua l’inchiesta della Procura ordinaria nei confronti dei genitori del tredicenne, accusati di omicidio colposo in concorso e omessa vigilanza. Durante l’interrogatorio, i genitori hanno negato qualsiasi responsabilità, affermando di non aver mai visto la statuetta incriminata. Tuttavia, il materiale raccolto dagli inquirenti suggerisce una realtà diversa e più complessa.

La morte di Chiara Jaconis ha suscitato indignazione tra i familiari e i cittadini, che vedono in questo tragico evento una mancanza di responsabilità. La questione della sicurezza in contesti urbani come i Quartieri Spagnoli è diventata centrale, con molte persone che chiedono misure più severe per prevenire incidenti simili.

Il caso solleva interrogativi più ampi sulla gioventù di oggi e sulle difficoltà che molti adolescenti affrontano. Il ragazzo coinvolto è descritto come problematico, ma è fondamentale riconoscere che tali comportamenti spesso nascondono fragilità e mancanza di supporto. La società ha la responsabilità di garantire che i giovani siano seguiti e guidati, affinché non si trovino in situazioni che possono portare a conseguenze devastanti.

La morte di Chiara Jaconis rappresenta una perdita incolmabile per la sua famiglia e un campanello d’allarme per la comunità. Le indagini continueranno a rivelare dettagli e circostanze, contribuendo a una maggiore consapevolezza riguardo alla responsabilità genitoriale e alla necessità di interventi sociali mirati per i giovani in difficoltà. La triste vicenda di Chiara rimarrà impressa nella memoria collettiva e potrebbe diventare un catalizzatore per un cambiamento positivo, affinché eventi simili non si ripetano in futuro.