Di Sarli (Cnr): perché le città devono dire addio ai distributori di Gpl

Di Sarli (Cnr): perché le città devono dire addio ai distributori di Gpl
La recente esplosione avvenuta il 4 luglio a Roma ha riacceso un acceso dibattito sulla sicurezza dei distributori di gas di petrolio liquefatto (Gpl) nelle aree urbane. Valeria Di Sarli, ingegnere chimico dell’Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ha espresso preoccupazioni riguardo alla presenza di questi impianti nelle città, suggerendo che sarebbe opportuno rimuoverli.
“È una questione di sicurezza pubblica“, ha dichiarato Di Sarli in un’intervista all’ANSA. “Non è la prima volta che assistiamo a incidenti gravi in prossimità di distributori di Gpl. Ricordo un’esplosione avvenuta vicino Rieti nel 2018 che ha sollevato analoghe preoccupazioni. Ogni volta che si verifica un evento di questo tipo, ci si deve chiedere se il rischio sia accettabile in un contesto urbano, dove la densità di popolazione è elevata”.
Rischi associati al Gpl
La questione della sicurezza dei distributori di Gpl è particolarmente rilevante, considerando la natura stessa del gas. Il Gpl è una miscela di propano e butano, caratterizzata da una densità superiore a quella dell’aria. In caso di fuoriuscita, il gas non si disperde, ma tende a accumularsi vicino al suolo, aumentando notevolmente il rischio di incendi ed esplosioni. Di Sarli ha sottolineato che la perdita di gas avvenuta a Roma non avrebbe dovuto verificarsi:
- Se è stato concesso il permesso per la presenza del distributore in quella posizione, significa che le procedure di sicurezza dovevano essere seguite.
- Tuttavia, qualcosa è andato storto.
Le esplosioni di Gpl possono avere conseguenze devastanti. La scienziata ha spiegato che “per un’esplosione è necessario il cosiddetto ‘triangolo del fuoco’: combustibile, comburente e innesco”. Nel caso dell’esplosione di Roma, il combustibile è rappresentato dal gas rilasciato, presumibilmente a causa della rottura di un tubo. L’ossigeno presente nell’aria funge da comburente, mentre per innescare la miscelazione esplosiva basta una scintilla, che può essere anche molto piccola, come una scarica elettrostatica. “Il gas ha una ‘minima energia di innesco’ estremamente bassa, il che significa che una volta mescolato con l’aria, è sufficiente una fonte di innesco per provocare un’esplosione”.
Necessità di rivedere le normative
In Italia, i distributori di Gpl sono presenti in molte città, e la loro gestione e sicurezza sono sotto la lente d’ingrandimento. Alla luce degli incidenti passati e recenti, è fondamentale riflettere su come questi impianti siano collocati e quali misure di sicurezza siano adottate. Di Sarli ha indicato che, sebbene le normative esistenti siano progettate per garantire la sicurezza, ci sono evidenti lacune che devono essere affrontate.
“È necessario un riesame delle procedure di autorizzazione e delle valutazioni di rischio associate a questi impianti”, ha affermato. Inoltre, la ricercatrice ha sollevato l’importanza della sensibilizzazione pubblica riguardo ai rischi associati all’uso e alla distribuzione di Gpl. “Le persone devono essere informate sui rischi e sulle misure di sicurezza. La formazione e l’informazione sono fondamentali per prevenire incidenti”, ha dichiarato.
Verso una transizione energetica sicura
Il tema della sicurezza dei distributori di Gpl si inserisce in un contesto più ampio di transizione energetica e sostenibilità. Mentre molti paesi stanno cercando di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di promuovere fonti di energia rinnovabile, è chiaro che la sicurezza dei sistemi esistenti deve rimanere una priorità. Gli incidenti come quello di Roma evidenziano la necessità di un approccio critico non solo alla presenza di distributori di Gpl, ma anche a tutte le infrastrutture energetiche nelle aree urbane.
Negli ultimi anni, alcune città hanno già iniziato a rivedere le loro politiche in merito ai distributori di combustibili fossili, spostando l’attenzione verso soluzioni più sostenibili e sicure. Ad esempio, alcune amministrazioni stanno promuovendo l’installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici e l’uso di fonti di energia alternativa. Questi sviluppi rappresentano un passo importante verso la creazione di città più sicure e sostenibili.
La questione rimane aperta e richiede un dialogo continuo tra istituzioni, esperti di sicurezza e cittadini. La posizione di Valeria Di Sarli potrebbe fungere da catalizzatore per ulteriori discussioni e azioni concrete, necessarie per garantire che le città siano protette da potenziali rischi associati ai distributori di Gpl e per promuovere una transizione energetica più sicura e sostenibile.