Roma, 4 novembre 2025 – Il decreto Sicurezza sul lavoro 2025, varato dal Consiglio dei ministri il 28 ottobre scorso, segna una svolta concreta nella lotta agli infortuni sul lavoro e nella responsabilità delle imprese italiane. Il provvedimento arriva in un momento in cui gli incidenti gravi e mortali restano troppi. L’obiettivo è rafforzare la cultura della sicurezza nei cantieri e negli ambienti di lavoro, con nuove regole che coinvolgono aziende, lavoratori e tutta la catena degli appalti.
Patente a crediti e badge digitale: cosa cambia nei cantieri
Dal 1° ottobre 2024, tutte le imprese e i lavoratori autonomi impegnati nei cantieri mobili o temporanei devono avere la patente a crediti. La norma, che modifica l’articolo 27 del D.Lgs. 81/08, già aggiornato a marzo 2024, parte da un punteggio iniziale di trenta crediti. Per poter lavorare, bisogna conservarne almeno quindici. “Il decreto introduce misure urgenti per tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro, puntando a ridurre gli incidenti”, spiega Valentina Pepe, avvocato dello studio Pepe & Associati.
Tra le novità più importanti c’è l’aumento delle sanzioni per chi lavora senza patente: la multa può arrivare fino a 12.000 euro, raddoppiando rispetto al passato. Inoltre, chi viene sorpreso senza titolo rischia l’esclusione dai lavori pubblici per sei mesi. Se si scopre lavoro irregolare, i crediti vengono decurtati automaticamente appena arriva il verbale, grazie anche ai dati raccolti dal Portale nazionale del sommerso. “Così i controlli diventano più efficaci e veloci”, aggiunge Pepe.
Responsabilità condivisa e nuovi obblighi per le imprese
Il decreto impone anche l’obbligo del badge digitale per tutti i lavoratori in cantiere, inclusi quelli delle ditte subappaltatrici. Marius Neagu, fondatore di Macos Srl, sottolinea che si tratta di “un cambio di passo importante per il controllo e la tracciabilità del personale”. Se un subappaltatore non rispetta l’obbligo del badge, la responsabilità ricade sull’impresa appaltatrice, che deve assicurarsi che tutti siano regolarmente identificati.
“In caso di mancanze, l’appaltatore può essere considerato corresponsabile e rischiare multe, sospensioni o addirittura l’interdizione temporanea dai lavori”, spiega Neagu. Per aziende come Macos, già certificate Iso 9001 e Iso 45001, il badge digitale è uno strumento che “rafforza la cultura della sicurezza e la trasparenza”, migliorando la tracciabilità delle presenze e il coordinamento tra imprese, subappaltatori e controllori.
Controlli più severi e incentivi economici
Quando si verificano infortuni gravi o mortali, le Procure devono inviare subito all’Ispettorato nazionale del lavoro tutte le informazioni utili per intervenire. Gli ispettori potranno così muoversi rapidamente, basandosi sui verbali dei pubblici ufficiali presenti sul posto.
Andrea Puccio, avvocato dello studio Puccio Penalisti Associati, osserva che il rafforzamento dei controlli “costringe le imprese a prestare maggiore attenzione alla sicurezza e alla chiarezza delle responsabilità lungo tutta la filiera”. Ma ci sono anche opportunità: “Il decreto prevede incentivi economici, collegando la sicurezza al costo dei contributi tramite una revisione delle aliquote Inail”, spiega Puccio.
Prevenzione psicosociale: molestie e stress sotto la lente
Il decreto non guarda solo ai rischi fisici. Giulietta Bergamaschi, avvocato dello studio Lexellent, sottolinea come ora le molestie e le violenze siano riconosciute come rischi da prevenire sul lavoro. “La legge mette al centro la dignità della persona, considerandola un fattore di rischio da tutelare come gli infortuni fisici”, spiega Bergamaschi.
Le aziende dovranno inserire questi rischi nel Documento di valutazione dei rischi (Dvr) e mettere in campo misure concrete: codici di comportamento, canali riservati per le segnalazioni, formazione specifica. L’aggiornamento delle procedure sullo stress lavoro-correlato per includere anche le molestie “conferma che il benessere psicologico è parte fondamentale della salute e sicurezza sul lavoro”, conclude Bergamaschi.
Un banco di prova per il sistema produttivo
Questo nuovo quadro normativo è una vera sfida per il sistema produttivo italiano. Le imprese dovranno rivedere i loro controlli interni e investire in formazione e prevenzione. Solo così si potrà davvero abbassare il numero degli infortuni e diffondere una cultura della sicurezza che coinvolga tutti, a ogni livello.
