Bologna, 4 novembre 2025 – Le donne in Emilia-Romagna guadagnano ancora meno degli uomini, nonostante la regione vantare tassi di occupazione tra i più alti d’Italia. È quanto è emerso ieri pomeriggio durante l’assemblea di Manageritalia Emilia-Romagna, che si è tenuta negli spazi di Dama – Tecnopolo Manifattura a Bologna, in via Stalingrado 84/3. Al centro dell’incontro, il tema della parità salariale e le strategie per ridurre il divario di genere, con un occhio particolare alle opportunità offerte dall’innovazione nelle piccole e medie imprese.
Occupazione alta, ma il divario tra uomini e donne non si chiude
I dati Istat presentati durante l’assemblea confermano un’occupazione in Emilia-Romagna al 70,3%, molto sopra la media nazionale del 62,2%. A Bologna si arriva addirittura al 71,9%. Tuttavia, la differenza tra uomini e donne è ancora netta: nella regione lavora il 77,4% degli uomini contro il 63,2% delle donne. A Bologna la forbice resta ampia: 77,9% per gli uomini e 66% per le donne. “Sono numeri incoraggianti, ma non bastano – ha commentato Cristina Mezzanotte, presidente di Manageritalia Emilia-Romagna –. Serve un impegno concreto per garantire pari opportunità e salari più giusti”.
Il nodo resta il salario
Il vero problema è quello delle retribuzioni. In Emilia-Romagna la paga lorda media oraria è di 14,98 euro, leggermente superiore alla media nazionale (14,78 euro). Ma le donne prendono in media 13,88 euro l’ora, mentre gli uomini arrivano a 15,83 euro. Un divario che si riscontra anche a livello nazionale, dove gli uomini guadagnano 15,40 euro contro i 13,88 delle donne. “Nel 2026 ci concentreremo sulla parità salariale – ha annunciato Mezzanotte – aiutando i manager a sviluppare competenze per rendere le aziende più eque”. Anche Sonia Bonanno, della Direzione Generale Conoscenza, Ricerca, Lavoro e Imprese della Regione, ha sottolineato: “Le politiche regionali devono ridurre queste differenze”.
I giovani e il ritorno dei talenti
I dati sui giovani mostrano una regione vivace. Tra i 25 e i 34 anni, lavora il 78,8% degli abitanti in Emilia-Romagna (71,6% donne e 85,5% uomini), mentre a Bologna la media è del 77,3%. Numeri ben superiori alla media nazionale, che si ferma al 68,7%. “La regione resta un polo attrattivo per il ritorno dei talenti – ha spiegato Mezzanotte – grazie a una legge specifica e a un ambiente ricco di università, centri di ricerca e imprese tecnologiche”. Negli ultimi due anni sono tornati circa 300 professionisti, molti con esperienze internazionali nel settore Stem. Alcuni lavorano proprio al Tecnopolo di Bologna.
Manager in crescita, ma non ovunque
Il numero di manager in Emilia-Romagna cresce del 3,5% rispetto all’anno scorso, più della media nazionale. Bologna è in testa con un aumento del 4%, seguita da Modena (+5,8%) e Rimini (+5,6%). Rimini si distingue anche per la crescita delle manager donne, +14,7%. Parma, Reggio Emilia e Ravenna mostrano dati positivi; Piacenza resta stabile. Diversa la situazione a Ferrara e Forlì-Cesena, dove si registra un leggero calo, forse segno di una frenata negli investimenti sulle risorse umane.
Formazione e inclusione: il progetto Women on Board
Durante l’assemblea sono stati consegnati gli attestati alle partecipanti di Women on Board 2025, un percorso pensato per favorire l’ingresso delle donne nei consigli di amministrazione di aziende pubbliche e private. L’iniziativa punta a rafforzare la presenza femminile nei ruoli di vertice e a diffondere una cultura aziendale più aperta. “C’è ancora molta strada da fare – ha ammesso una manager premiata – ma questi percorsi aiutano a superare ostacoli spesso invisibili”.
Istituzioni e imprese, serve un impegno comune
All’evento erano presenti anche Massimo Bugani, capo gabinetto del presidente dell’Assemblea Legislativa regionale, e Gianluca Galletti, presidente di Emil Banca. Entrambi hanno ribadito l’importanza di un lavoro congiunto tra istituzioni e imprese per chiudere il divario di genere. “Non possiamo lasciare indietro nessuno – ha detto Bugani –. La crescita della regione passa anche da qui, dal valore di tutte le competenze”.
In Emilia-Romagna la sfida è ancora aperta: i dati sull’occupazione sono incoraggianti, ma la strada verso una reale parità salariale è lunga. Eppure, ieri al Tecnopolo si respirava la voglia di cambiare passo.
