Commercio al dettaglio in calo: Istat segnala un -0,5% a settembre

Commercio al dettaglio in calo: Istat segnala un -0,5% a settembre

Commercio al dettaglio in calo: Istat segnala un -0,5% a settembre

Giada Liguori

Novembre 5, 2025

Milano, 5 novembre 2025 – A settembre 2025 le vendite al dettaglio in Italia hanno rallentato ancora, sia in termini di valore sia di quantità. A dirlo è l’Istat, che oggi ha diffuso i dati aggiornati. Rispetto ad agosto, si registra un calo dello 0,5%, che interessa sia i beni alimentari sia quelli non alimentari. Un risultato che, seppur atteso dagli addetti ai lavori, conferma le difficoltà di un settore ancora alle prese con consumi incerti e l’aumento dei prezzi.

Vendite in calo: alimentari e non alimentari arrancano

Nel dettaglio, a settembre le vendite di beni alimentari sono scese dello 0,4% in valore e dello 0,5% in volume rispetto al mese precedente. Anche i beni non alimentari hanno mostrato una flessione, con un -0,5% in valore e un -0,6% in volume. “Il quadro resta fragile, con segnali di debolezza diffusi”, ha spiegato un esperto del settore a alanews.it nella tarda mattinata. Questo dato si inserisce in un trend già visibile nei mesi estivi, quando la domanda interna aveva iniziato a perdere slancio.

Su base annua: valore su, quantità giù

Guardando al confronto con settembre 2024, le cose si complicano. Il valore totale delle vendite al dettaglio è cresciuto dello 0,5%, ma il volume è calato dell’1,4%. Secondo l’Istat, questo andamento è legato ai prezzi ancora alti: “L’aumento del valore riflette soprattutto l’inflazione”, si legge nella nota ufficiale. Insomma, gli italiani spendono di più, ma portano a casa meno prodotti.

Alimentari: i prezzi salgono, le quantità scendono

Nel settore alimentare, questa dinamica emerge ancora più chiaramente. Il valore delle vendite è salito dell’1,5% rispetto a un anno fa, mentre il volume è sceso dell’1,8%. “La spesa aumenta solo sulla carta”, commenta un responsabile di una catena di supermercati a Milano. “I clienti guardano sempre più le offerte e riducono le quantità”. Questo comportamento si conferma anche nei dati raccolti tra le 18 e le 20, l’orario in cui si concentra la maggior parte degli acquisti settimanali.

Non alimentari: settori in ordine sparso

Per i beni non alimentari, l’Istat segnala andamenti molto diversi tra i vari segmenti. I prodotti di profumeria e cura personale sono cresciuti del 4% su base annua, spinti – secondo alcuni operatori – dalle promozioni e dal ritorno alla socialità dopo la pandemia. Al contrario, il settore delle calzature, articoli in cuoio e da viaggio ha perso il 5,7%, mentre abbigliamento e pellicceria sono calati del 5,2% rispetto allo scorso settembre. “Il clima ancora mite ha rallentato gli acquisti per l’inverno”, spiega una commessa di un negozio in corso Buenos Aires a Milano.

Grande distribuzione e online: andamenti opposti

Tra i canali di vendita, la grande distribuzione organizzata segna una crescita contenuta, solo +0,4% su base annua. Meglio va invece alle vendite fuori dai negozi, cresciute dell’1,9%, e soprattutto al commercio elettronico, che fa un balzo del 7,3%. In controtendenza, invece, le piccole superfici che perdono lo 0,4%. “L’online continua a guadagnare terreno”, ammette il presidente di una associazione di categoria a Roma. “Ma le botteghe soffrono: i costi fissi sono alti e i clienti diminuiscono”.

Ultimi mesi dell’anno: tutti con il fiato sospeso

Ora gli occhi sono puntati sugli ultimi mesi del 2025. Le festività natalizie sono il vero banco di prova per il commercio al dettaglio. Ma tra gli addetti ai lavori la prudenza è d’obbligo. “Le famiglie stanno più attente a come spendono”, racconta a alanews.it un direttore di supermercato a Torino. “Solo allora capiremo se la tendenza potrà cambiare o se ci aspetta un altro inverno difficile”.