Pechino, 5 novembre 2025 – La Cina ha deciso di estendere per un altro anno la sospensione dei dazi aggiuntivi del 24% sulle importazioni di beni americani, mantenendo però attiva l’aliquota base del 10%. Lo ha annunciato oggi il ministero delle Finanze cinese con una nota sul sito ufficiale. La misura entrerà in vigore dal 10 novembre. Una scelta che arriva in un momento delicato nei rapporti commerciali tra Pechino e Washington, segnati da anni di tensioni e trattative a singhiozzo.
Dazi sospesi ma non aboliti: la mossa di Pechino
Nel comunicato si legge che per un anno il dazio del 24% sui prodotti americani resterà sospeso, mentre il 10% continuerà a essere applicato. Tradotto: un po’ di respiro per le aziende Usa che esportano in Cina, ma senza togliere del tutto le barriere tariffarie. La sospensione riguarda molti prodotti, anche se l’elenco completo non è stato reso pubblico. Fonti vicine al dossier spiegano che si tratta soprattutto di beni industriali e tecnologici, quei settori che negli ultimi anni hanno subito maggiormente l’impatto della guerra commerciale.
Agricoltura al centro: stop ai dazi su soia e altri prodotti
Contemporaneamente, Pechino ha annunciato la cancellazione dei dazi fino al 15% su alcuni prodotti agricoli americani, tra cui la soia. Una decisione che segue il “consenso raggiunto nelle consultazioni economiche e commerciali” tra i due Paesi e si inserisce nella tregua firmata tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping. La soia, in particolare, è uno dei principali prodotti agricoli esportati dagli Stati Uniti verso la Cina: nel 2023, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura Usa, il suo valore ha superato i 14 miliardi di dollari. “La rimozione di questi dazi è un segnale positivo per gli agricoltori americani”, ha commentato un portavoce dell’American Soybean Association.
Dietro la decisione: diplomazia e interessi economici
La scelta di Pechino arriva dopo mesi di trattative e segnali di distensione tra le due potenze. Da una parte, la Cina vuole rassicurare i partner internazionali sulla volontà di mantenere aperto il dialogo commerciale; dall’altra, cerca di proteggere le proprie filiere produttive, ancora segnate dagli effetti della pandemia e da una domanda interna che resta incerta. “È una mossa pragmatica”, spiega Chen Wei, analista della Tsinghua University. “Sospendere i dazi aggiuntivi evita nuove tensioni e lascia margine per i negoziati futuri”.
La guerra dei dazi: uno sguardo al passato e al futuro
Il braccio di ferro tariffario tra Stati Uniti e Cina è iniziato nel 2018, sotto l’amministrazione Trump, con l’introduzione di tariffe su centinaia di miliardi di dollari di merci da entrambe le parti. Nonostante qualche intesa, come la “fase uno” firmata nel gennaio 2020, le tensioni non sono mai davvero sparite. La proroga della sospensione è vista dagli esperti come un tentativo di consolidare la tregua e di evitare nuove ritorsioni. “Non è una soluzione definitiva”, ammette un funzionario del ministero del Commercio cinese, “ma un passo necessario per tenere aperti i canali di dialogo”.
Reazioni e cosa aspettarsi
Sul fronte economico internazionale, la notizia è stata accolta con un cauto ottimismo. A Shanghai, nella sede della Camera di Commercio americana in Cina, alcuni imprenditori si dicono “prudenzialmente fiduciosi”, pur ricordando che “molti nodi restano da sciogliere”. Anche a Washington il clima è di attesa: “Seguiamo con attenzione l’applicazione delle misure”, ha detto un portavoce dell’Ufficio del Rappresentante per il Commercio Usa. Sarà nelle prossime settimane che si potrà capire davvero l’impatto di questa decisione sulle relazioni economiche tra i due Paesi.
In definitiva, la proroga della sospensione dei dazi aggiuntivi è un segnale di distensione, ma non chiude la partita. Il confronto tra Cina e Stati Uniti resta aperto, con ancora molti punti da chiarire sul tavolo delle trattative.
