Il Modernissimo di Bologna: un’esperienza cinematografica dietro le sbarre

Il Modernissimo di Bologna: un'esperienza cinematografica dietro le sbarre

Il Modernissimo di Bologna: un'esperienza cinematografica dietro le sbarre

Giada Liguori

Novembre 15, 2025

Bologna, 15 novembre 2025 – Il carcere torna protagonista sul grande schermo. Venerdì 17 novembre, il regista Leonardo Di Costanzo presenterà al Cinema Modernissimo di Bologna due suoi film ambientati tra le mura di una prigione: Ariaferma ed Elisa. L’appuntamento fa parte di un ciclo dedicato a Giustizia e rappresentazione cinematografica, frutto della collaborazione tra la Cineteca di Bologna e l’associazione Area Democratica per la Giustizia. Un’occasione preziosa per dare voce a un mondo spesso nascosto, attraverso lo sguardo attento degli autori.

Dentro il carcere con Leonardo Di Costanzo

Alle 18.30, nella storica sala di via Rizzoli, sarà proiettato Ariaferma, un film che ha cambiato il modo di raccontare il carcere nel cinema italiano. Protagonisti sono Toni Servillo e Silvio Orlando, due volti noti del cinema napoletano. Servillo interpreta un agente penitenziario, Orlando un detenuto legato alla camorra. La storia si muove tra tensione e umanità, mostrando la vita di tutti i giorni dietro le sbarre: “Volevamo far vedere la quotidianità, le attese, i silenzi che abitano questi luoghi”, ha detto Di Costanzo in un’intervista recente. Accanto a lui, venerdì sera, ci saranno il produttore Carlo Cresto-Dina, la magistrata di sorveglianza Chiara Gallo e il giudice Pier Luigi di Bari. Un confronto diretto tra chi racconta il carcere e chi lo vive ogni giorno nelle aule di giustizia.

Elisa: la memoria spezzata dietro le sbarre

Alle 21.15 toccherà a Elisa, l’ultimo lavoro di Di Costanzo. La protagonista è Barbara Ronchi, che interpreta una donna accusata di aver ucciso la sorella. Ma lei non ricorda il delitto: un vuoto che si fa largo tra le mura della cella. “Non volevo giudicare, ma capire cosa resta quando la memoria si perde”, ha spiegato il regista durante la presentazione a Roma. Il film si muove tra domande morali e solitudine, senza offrire facili risposte. Il pubblico bolognese avrà modo di confrontarsi con una storia che scava nella psiche più che nella cronaca.

Un ciclo per capire cosa vuol dire giustizia

Quella di venerdì è solo la prima tappa di un percorso più ampio. A dicembre, la rassegna continuerà con altri due film: Camera di consiglio di Fiorella Infascelli, che racconta i giorni della sentenza del Maxiprocesso di Palermo con Sergio Rubini e Massimo Popolizio, e Giurato numero 2, l’ultimo film diretto da Clint Eastwood. “Abbiamo scelto opere che mettono in discussione il senso stesso della giustizia, senza retorica”, ha detto un portavoce della Cineteca. L’idea è coinvolgere non solo gli appassionati di cinema, ma anche studenti e operatori del diritto.

Quando il cinema apre le porte del carcere

Negli ultimi anni, il cinema italiano ha riscoperto il carcere come luogo di storie da raccontare. Non solo cronaca nera o fughe spettacolari, ma la vita di tutti i giorni dietro le sbarre, le relazioni tra detenuti e agenti, i dubbi e le sfide di chi ci lavora o ci vive. “Il cinema può far vedere quello che spesso resta nascosto”, spiega Chiara Gallo, magistrata di sorveglianza a Roma. Ma il rischio di semplificare è sempre dietro l’angolo.

Un evento che parla a Bologna e non solo

L’iniziativa della Cineteca arriva in un momento in cui il tema delle carceri è di nuovo al centro del dibattito pubblico. Sovraffollamento, condizioni di vita, il ruolo della pena: questioni che trovano spazio anche sul grande schermo. Venerdì sera, tra le poltrone rosse del Modernissimo, si cercherà forse qualche risposta in più. O almeno nuove domande. “Il cinema non dà soluzioni – ammette Di Costanzo – ma può farci fermare a pensare”. E in quel tempo sospeso tra dentro e fuori, tra realtà e racconto, la sala buia resta uno degli ultimi posti dove ascoltare storie senza filtri.