Roma, 15 novembre 2025 – Questa mattina in Vaticano, Papa Leone XIV ha ricevuto circa 160 protagonisti del cinema italiano e internazionale: registi, attori e tecnici. Un’udienza che ha voluto mettere in luce il valore spirituale e sociale della settima arte. Tra i volti noti presenti, Spike Lee, Cate Blanchett, Viggo Mortensen, Marco Bellocchio, Monica Bellucci e tanti altri. Il regista Roberto Andò ha raccontato un incontro in cui il Pontefice si è mostrato come “uno spettatore appassionato”, capace di riconoscere il ruolo fondamentale del cinema nel dialogo con la società e la spiritualità.
Papa Leone XIV: il cinema, una casa per tutti
Nel suo discorso, Papa Leone XIV ha parlato del cinema come di un luogo dove la gente si ritrova, dove si costruisce qualcosa insieme. Ha citato tutti coloro che lavorano dietro le quinte: registi, attori, tecnici, scenografi, costumisti. “Ha menzionato proprio tutti”, ha spiegato Andò. Un riconoscimento importante, soprattutto in un momento difficile per il settore. “Se non si sbloccano i fondi del tax credit, rischiano di pagare il prezzo più alto proprio questi lavoratori”, ha aggiunto il regista.
Il nodo dei tagli al tax credit e le paure della filiera
Al centro delle preoccupazioni c’erano i tagli ai fondi pubblici per il cinema. Il governo ha ridotto le risorse, mettendo in difficoltà soprattutto le produzioni indipendenti e le maestranze. “Sono loro i più colpiti, quelli che soffriranno di più”, ha sottolineato Andò. Per molti presenti, il discorso del Papa è suonato come un richiamo a non dimenticare che il cinema è un bene prezioso, anche e soprattutto per la politica.
“L’algoritmo non può piegarci”: il grido di Leone XIV
Un passaggio che ha colpito molti è stato quello in cui il Pontefice ha parlato del rapporto tra cinema e nuove tecnologie. “L’algoritmo non può piegarci”, ha detto, lanciando un avvertimento contro la standardizzazione e la perdita di creatività. Un messaggio chiaro, che arriva proprio mentre le piattaforme digitali e l’intelligenza artificiale stanno cambiando profondamente il modo di fare e vedere i film. “È un segnale molto forte, di grande attenzione”, ha commentato Andò.
Un mosaico di culture e generazioni
L’incontro in Vaticano ha avuto l’atmosfera delle grandi occasioni. Oltre ai nomi già citati, erano presenti anche Ferzan Ozpetek, Stefania Sandrelli, Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani, Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Gus Van Sant, Abel Ferrara, Maria Grazia Cucinotta e Luca Barbareschi. “C’erano autori francesi come Stéphane Brizé, Cate Blanchett e anche Emir Kusturica, che non vedevo da tempo”, ha raccontato Andò. Un mix di esperienze e sensibilità diverse, tutte unite dalla passione per il cinema.
Il valore unico dello sguardo papale
Per Andò, le parole di Papa Leone XIV pesano molto, proprio perché arrivano da una figura “completamente indipendente” rispetto alle logiche politiche ed economiche del settore. “Il suo sguardo entra nel cuore del valore del cinema, l’aspetto che rischia di andare perso”, ha spiegato il regista. Un riconoscimento che non si limita a un omaggio formale, ma diventa un appello concreto a salvaguardare la funzione culturale e sociale del cinema.
Una comunità che vuole continuare a parlare
La mattinata si è chiusa con la sensazione di una comunità in dialogo. “Sono momenti preziosi quelli che la Chiesa crea, prima con Papa Francesco e ora con Papa Leone, per mettere insieme il cinema e le persone”, ha confidato Andò. Un confronto che sembra destinato a proseguire, mentre il settore aspetta risposte sui finanziamenti e sulle politiche culturali. Nel frattempo, resta chiaro – e rafforzato dalle parole del Pontefice – che il cinema resta uno spazio dove si incontrano storie, persone e visioni del mondo.
