Imprese resilienti pronte a innovare nonostante l’incertezza dei dazi

Imprese resilienti pronte a innovare nonostante l'incertezza dei dazi
In un contesto internazionale caratterizzato da conflitti e preoccupazioni per l’imposizione di dazi, l’industria italiana dimostra una resilienza sorprendente. Maria Anghileri, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, esprime questa dinamicità in un’intervista rilasciata ad Adnkronos/Labitalia, sottolineando la determinazione delle aziende italiane a innovare e a cercare nuove opportunità di mercato. Il messaggio di Anghileri arriva in un momento cruciale, in vista dell’assemblea di Confindustria del 27 maggio a Bologna, dove verranno presentate le richieste degli industriali italiani al governo.
La voglia di fare impresa in Italia
Durante l’intervista, Anghileri ha dichiarato che la presenza di una delegazione giovanile sarà significativa per esprimere il fervore imprenditoriale che caratterizza la nuova generazione. “La voglia di fare impresa in Italia esiste – afferma – e noi giovani abbiamo entusiasmo e passione, ma necessitiamo di un supporto più forte”. Questo richiamo evidenzia la necessità di politiche che incoraggino l’imprenditorialità giovanile, fondamentale per il futuro economico del Paese.
Difficoltà e segnali positivi per l’industria
Ma qual è la reale situazione dell’industria italiana? Anghileri non nasconde le difficoltà: “Stiamo vivendo un momento complesso, influenzato da un contesto geopolitico instabile e dalla crisi energetica”. Negli ultimi due anni, l’industria ha registrato un calo della produzione, ma ci sono segnali positivi, come il PIL del primo trimestre 2024 che ha mostrato una crescita dello 0,3%. Questo risultato è particolarmente significativo se paragonato ai dati di altri Paesi europei, come la Germania, che ha subito un calo maggiore.
- Incertezze dai dazi statunitensi
- Crescita dell’occupazione
- Competenze e formazione
L’incertezza derivante dai dazi statunitensi, introdotti durante l’amministrazione Trump, rappresenta un ulteriore ostacolo per le aziende italiane. “Questa situazione di instabilità non giova alle imprese, soprattutto a quelle che esportano negli Stati Uniti”, ha commentato Anghileri. Con 626 miliardi di euro di export nel 2024, l’Italia è uno dei principali esportatori in Europa e gli Stati Uniti rappresentano un mercato cruciale. “È fondamentale che l’Unione Europea parli con una sola voce per tutelare i nostri interessi commerciali”, ha aggiunto.
In un quadro di crisi produttiva, sorprendentemente, l’occupazione continua a crescere. Tuttavia, i sindacati segnalano problemi legati ai salari, a cui Anghileri risponde con una distinzione: “Il problema esiste, ma non possiamo generalizzare. Nei settori industriali i salari sono competitivi e superano il salario minimo”. Questo dibattito sottolinea la necessità di un confronto continuo tra le parti sociali per migliorare le condizioni lavorative.
Le sfide future e l’importanza delle competenze
Un tema cruciale per il futuro dell’industria è quello delle competenze. Anghileri ha accolto positivamente il “Fondo Nuove Competenze”, che destina oltre 700 milioni di euro alla formazione nel campo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di una revisione delle misure legate all’industria 5.0, poiché solo il 10% dei fondi disponibili è stato utilizzato. “Abbiamo un’opportunità che non possiamo perdere”, ha esortato, evidenziando l’importanza di un sostegno istituzionale per affrontare la nuova rivoluzione industriale.
Parlando delle sfide legate ai costi energetici, Anghileri ha messo in evidenza che le bollette per le imprese italiane sono tra le più alte d’Europa, con costi superiori del 30% rispetto alla Germania e fino all’80% rispetto alla Francia. “Se vogliamo rimanere competitivi, è indispensabile intervenire sul costo dell’energia”, ha affermato, suggerendo di investire in un mix energetico che includa anche il nucleare di nuova generazione e le energie rinnovabili.
Infine, una delle questioni più allarmanti è la fuga di giovani talenti all’estero. “Negli ultimi dieci anni abbiamo perso quasi 100.000 laureati, una situazione inaccettabile”, ha dichiarato Anghileri. Per invertire questa tendenza, è fondamentale attrarre talenti investendo in innovazione e produttività. “Dobbiamo garantire che i giovani possano trovare opportunità di crescita e sviluppo in Italia”, ha concluso.
In questo scenario di sfide e opportunità, le imprese italiane, supportate dai giovani imprenditori, si preparano a rispondere con resilienza e innovazione, cercando di navigare attraverso le incertezze del mercato globale.