Cannes 2023: un’ottima annata senza Italia e Usa, ma ricca di sorprese

Cannes 2023: un'ottima annata senza Italia e Usa, ma ricca di sorprese
Il Festival di Cannes ha chiuso i battenti con una cerimonia che ha messo in luce talenti straordinari e storie toccanti, nonostante l’assenza di premi significativi per Italia e Stati Uniti. In particolare, il 78° festival ha visto la protagonista Juliette Binoche, visibilmente sorridente e rilassata, cercare tra gli ospiti della Plage du Majestic il regista iraniano Jafar Panahi, per abbracciarlo. Questa scena rappresenta simbolicamente il cuore della manifestazione: la presidente di giuria ha sostenuto con forza la scelta di conferire la Palma d’oro al film “A Simple Accident”, una pellicola che affronta il tema della resistenza contro il regime iraniano, emozionando il pubblico con la narrazione del desiderio di vendetta di alcuni iraniani verso i loro torturatori.
Un verdetto finale non scontato
Il verdetto finale del festival non era affatto scontato. La giuria ha dovuto discutere a lungo, con il palmares che è stato oggetto di continui cambiamenti. Le deliberazioni si sono protratte ben oltre il previsto, tanto che, alle 15 di domenica, non erano ancora state ufficializzate. Questa situazione ha creato non poche difficoltà nel protocollo, costringendo gli organizzatori a richiamare registi e attori dai vari luoghi in cui si trovavano. Inoltre, un blackout ha complicato ulteriormente l’organizzazione, generando un certo panico tra gli addetti ai lavori.
Celebrazione e identità nel cinema
Il cocktail di chiusura del festival ha rappresentato un momento di celebrazione per la comunità cinematografica. Molti hanno sottolineato il concetto di identità e del linguaggio universale del cinema, che riesce a unire culture diverse. Tra i registi che hanno messo in evidenza questo tema c’è stato il galiziano Oliver Laxe, vincitore del Prix du Jury per il suo film “Sirat”, che racconta la storia di un padre impegnato nella ricerca della figlia scomparsa tra i rave nelle montagne del Marocco.
- Jean-Pierre e Luc Dardenne: hanno sperato di conquistare la loro terza Palma d’oro con “Jeunes Meres”, ma si sono dovuti accontentare del premio per la migliore sceneggiatura.
- Nadia Melliti: ha conquistato il premio come migliore attrice per “La Petite Derniere”, affrontando temi delicati come l’amore tra donne nel contesto della fede musulmana.
- Thierry Frémaux, delegato generale del festival, ha espresso la sua soddisfazione per il palmares, ma ha rivelato una certa ambivalenza riguardo alla soddisfazione generale.
L’assenza di premi per l’Italia
L’assenza di premi per l’Italia, che ha presentato un film in concorso e due a “Un Certain Regard”, è stata notata, ma non dovrebbe sorprendere. Da qualche anno, il nostro paese non riesce a brillare come in passato, eccezion fatta per alcuni riconoscimenti sporadici. Anche se il cinema italiano ha dimostrato di avere un potenziale straordinario, come nel caso di “C’è Ancora Domani”, ci si può chiedere perché le nostre storie non riescano a imporsi nel panorama internazionale.
Fuori concorso, “Mario Martone” non è riuscito a entrare nella rosa dei premi, e la giurata Alba Rohrwacher ha espresso la sua felicità per averlo incontrato in un festival così prestigioso, considerandola una vittoria personale. Il western “Testa o croce?” di Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi ha suscitato l’interesse della giuria di “Un Certain Regard”, mentre “Città di pianura” di Francesco Sossai ha incontrato una certa resistenza da parte della presidente di giuria, Molly Manning Walker, nota per la sua sensibilità verso tematiche femminili.
In un contesto di grande fermento e creatività, Cannes ha dimostrato di essere un palcoscenico fondamentale per il cinema mondiale, capace di riflettere le sfide e le speranze del nostro tempo.