Benicio Del Toro rivela: Ho dato tutto per Wes Anderson

Benicio Del Toro rivela: Ho dato tutto per Wes Anderson
Wes Anderson ha sempre avuto un modo unico di raccontare storie, e la sua ultima opera, ‘La trama fenicia’, presentata al Festival di Cannes dieci giorni fa e ora in programmazione nei cinema, non fa eccezione. L’idea per questo dodicesimo lungometraggio è nata durante la sua presenza sulla Croisette nel 2021, mentre presentava ‘The French Dispatch’. “Mi sono ritrovato a osservare Benicio Del Toro (uno dei protagonisti del film)”, ha spiegato Anderson in conferenza stampa. “Era in piedi, fermo nel suo smoking. Ho dato corpo a un’immagine su cui rimuginavo da tempo: un magnate europeo, del tipo che potrebbe apparire in un film di Antonioni. Nella mia visione, soffriva per un qualche dolore fisico; un uomo che non si riesce a uccidere e che porta un orologio molto costoso”.
Questo affascinante spunto ha portato Anderson a ingaggiare Del Toro ancor prima che la sceneggiatura fosse scritta, un compito che il regista ha condiviso con il suo collaboratore di lunga data, Roman Coppola. ‘La trama fenicia’ segna un ritorno alle famiglie bizzarre e disfunzionali che hanno reso celebre il regista, raccontando la storia di Anatole “Zsa-zsa” Korda, un miliardario in stile Onassis, che ha appena sopravvissuto al suo sesto incidente aereo e cerca di riavvicinarsi alla figlia, divenuta suora.
L’importanza della scrittura
L’attore portoricano, noto per ruoli iconici in film come ‘I soliti sospetti’, ‘Paura e delirio a Las Vegas’ e ‘Traffic’, ha condiviso la sua esperienza di lavorare con Anderson, sottolineando l’importanza della scrittura. “Abbiamo parlato a lungo della storia e del personaggio”, ha dichiarato Del Toro. “Ma molto viene dalla scrittura di Wes, così stratificata e piena di contraddizioni che la rendono ‘appetitosa’ per un attore che vuole portarla in vita”.
Questa interazione tra attore e regista emerge anche in una scena cruciale, quando Zsa-zsa Korda incontra per la prima volta sua figlia, interpretata da Mia Wasikowska, alla presenza del tutore interpretato da Michael Cera. “Ricordo di aver detto a Wes che come personaggio mi sentivo a disagio a rivelare informazioni sui miei affari e conti bancari davanti a uno sconosciuto”, ha raccontato Del Toro. “Lui mi ha risposto che avremmo usato il poligrafo. In men che non si dica, ha inventato il poligrafo portatile, che ha battezzato ‘rivelatore di bugie'”.
La performance di Benicio Del Toro
La forza del film risiede nella performance di Del Toro, che sostiene il peso della narrazione con il suo volto e il suo cuore. La sequenza iniziale, con una ripresa dall’alto, mette immediatamente in risalto la sua presenza. “Sono pronto, sdraiato nella vasca da bagno. Wes si avvicina dicendomi che avremmo girato in slow motion. ‘Però voi dovete muovervi molto velocemente’, ha aggiunto”, ricorda l’attore. “Ho chiesto: ‘Ma se facciamo tutto rapidamente, non si annulla l’effetto dello slow motion?’ Lui ha insistito dicendo che sarebbe stato diverso. Mi sono fidato, ho cominciato a leggere, a mangiare, ho preso la medicina. E attorno a me si muovevano sei o sette infermiere, rapide e in modo coordinato, come in una coreografia”. Del Toro ha anche rivelato che ci sono voluti circa trenta ciak per completare quella sequenza, definendola una “faticaccia”, ma sottolineando che il risultato finale è unico e diverso.
Il cast e la creatività dietro le quinte
Il cast di ‘La trama fenicia’ è un mix di talenti, tra cui Scarlett Johansson e Bryan Cranston, che ha rivelato di essersi preoccupato per Del Toro e i suoi “dialoghi infiniti”. “Io e Tom Hanks stavamo in pena per lui perché aveva questi suoi dialoghi infiniti. Ci chiedevamo di continuo cosa avremmo potuto fare per aiutarlo”, ha dichiarato Cranston. “Anderson è molto pignolo, non puoi improvvisare…”. Del Toro ha aggiunto con una risata: “È per questo che la sera non potevo andare a cena con loro, ma dovevo starmene in stanza a parlare con me stesso. Eppure stai facendo un film di Anderson e per lui vuoi dare tutto e di più”.
Johansson, alla sua terza collaborazione con il regista, ha confermato l’idea che, nonostante la precisione apparente delle opere di Anderson, ci sia spazio per la creatività. “Wes è molto preciso. Può sembrare che tutto nelle sue opere sia calcolato: la fisicità degli attori, i movimenti della camera, la cura per i dettagli e il montaggio danno l’impressione di una precisione estrema. Ma il dietro le quinte non è affatto così. C’è molto spazio per il gioco, la vitalità, perché mentre reciti vedi che lui è il primo a divertirsi come un matto”.
La dedizione di Del Toro nei confronti di Anderson e della sua visione si riflette in ogni aspetto della sua interpretazione, rendendo ‘La trama fenicia’ un film che promette di catturare e affascinare il pubblico, portando alla luce le complessità umane attraverso la lente unica del regista texano.