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Il saper fare italiano: l’artigianalità in pericolo di estinzione

Il saper fare italiano: l'artigianalità in pericolo di estinzione

Il saper fare italiano: l'artigianalità in pericolo di estinzione

L’artigianalità italiana, simbolo distintivo del patrimonio culturale, è attualmente a rischio di estinzione. Questo messaggio forte e chiaro è emerso durante la presentazione del libro di Maurizio Carucci, intitolato “Il saper fare italiano”, pubblicato da Over. L’evento si è svolto presso il Dida (Design campus) dell’Università di Firenze e ha visto un panel di esperti discutere le sfide che il settore dell’artigianato e, più in generale, il Made in Italy stanno affrontando.

Il dibattito ha coinvolto figure di spicco come Giuliano Sanna, rappresentante di Nhrg, Maurizio Carucci stesso, il giornalista e autore Debora Giorgi, presidente del corso di laurea in Tessile e Moda, e Davide Turrini, professore associato. Insieme, hanno messo in luce un problema che non riguarda solo l’economia, ma anche l’identità culturale italiana, minacciata dalla crescente difficoltà di reperire personale altamente qualificato.

La crisi della manodopera nel settore della moda

Secondo uno studio condotto da Altagamma e Unioncamere, il settore della moda sta affrontando una crisi di manodopera senza precedenti. Con un fabbisogno stimato di 75.000 nuovi posti di lavoro entro il 2028 e una previsione di occupati che raggiungerà le 483.000 unità, le aziende si trovano a fronteggiare un problema di reperibilità di personale specializzato. In particolare:

  1. Il 50% delle imprese nel settore della moda ha segnalato difficoltà nel trovare candidati.
  2. C’è una carenza nei profili artigianali come sarti, ricamatori, orlatori, tagliatori e modellisti.

Queste figure professionali sono essenziali per mantenere in vita un’industria che è da sempre sinonimo di qualità e creatività.

L’importanza della formazione artigianale

L’allerta lanciata dai relatori non si limita solo all’aspetto economico, ma tocca anche questioni più ampie. La scomparsa delle competenze artigianali non implica solo una crisi occupazionale, ma porta con sé la perdita di un patrimonio culturale immateriale che ha caratterizzato l’Italia per secoli. L’artigianato, infatti, è un veicolo attraverso il quale si tramandano tradizioni e tecniche che definiscono l’identità di un territorio. La sua diminuzione provoca anche un impoverimento dei centri storici, dove i laboratori artigianali un tempo fiorivano e rappresentavano un’attrazione per turisti e residenti.

È fondamentale investire nella formazione e nell’istruzione, creando corsi e programmi che possano attrarre i giovani verso mestieri artigianali, dotandoli delle competenze necessarie per affrontare le sfide del mercato attuale. La riscoperta del valore del “saper fare” non è solo una questione di economia, ma anche di cultura e identità.

Un futuro per l’artigianato italiano

In un contesto globale in cui la produzione industriale tende a prevalere, l’artigianato deve essere visto come un’opportunità di differenziazione. Le aziende italiane che riescono a mantenere viva la tradizione artigianale possono posizionarsi come leader nel mercato internazionale, puntando su qualità e unicità. La narrazione del prodotto diventa fondamentale; raccontare la storia dietro ogni articolo, il processo di creazione, i materiali utilizzati, può attrarre un pubblico sempre più attento alla sostenibilità e all’autenticità.

Infine, è importante sottolineare che la salvaguardia dell’artigianato non è solo una responsabilità delle imprese, ma coinvolge anche le istituzioni e la società nel suo complesso. È necessario un impegno collettivo per promuovere e tutelare le competenze artigianali, nonché per sensibilizzare il pubblico riguardo al valore e all’importanza di questi mestieri. Solo attraverso un nuovo approccio culturale e imprenditoriale sarà possibile garantire un futuro all’artigianalità italiana, preservando così uno dei tesori più preziosi della nostra identità nazionale.