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Votare ‘Sì’ al referendum: un passo verso la dignità dei lavoratori italiani e stranieri

Votare 'Sì' al referendum: un passo verso la dignità dei lavoratori italiani e stranieri

Votare 'Sì' al referendum: un passo verso la dignità dei lavoratori italiani e stranieri

In un contesto di crescente incertezza economica e sociale, Michele Pagliaro, presidente del Patronato della Cgil, lancia un forte appello ai cittadini: “Votare sì ai quesiti referendari significa migliorare lo status dei lavoratori, italiani e stranieri, e dire basta alla mercificazione del lavoro in Italia.” Le sue parole, pronunciate in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, evidenziano l’importanza cruciale di questi referendum per il futuro dei diritti dei lavoratori nel nostro Paese.

Il primo quesito referendario

Il primo quesito mira all’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act nel 2015. Questa normativa ha creato una distinzione netta tra i lavoratori assunti prima e dopo quella data, penalizzando oltre 3,5 milioni di lavoratori. Pagliaro sottolinea che, nelle imprese con più di 15 dipendenti, chi viene licenziato ingiustamente non ha diritto al reintegro, anche se un giudice dichiara illegittimo il licenziamento. “Questa è una vera e propria ingiustizia,” afferma Pagliaro, evidenziando come la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente senza un intervento.

Il secondo quesito referendario

Il secondo quesito si concentra sulla cancellazione del tetto all’indennità nei casi di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese, quelle con meno di 16 dipendenti. Attualmente, in caso di licenziamento ingiustificato, un lavoratore può ottenere un risarcimento massimo di 6 mensilità. Pagliaro insiste sull’importanza di innalzare le tutele per i lavoratori, affermando che “è essenziale che sia il giudice a determinare il risarcimento adeguato senza alcun limite.”

Il terzo quesito referendario

Il terzo quesito affronta il problema del precariato, che colpisce milioni di lavoratori in Italia. Attualmente, circa 2,3 milioni di persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato, rinnovabili fino a 12 mesi senza giustificazione. “Con il sì, ripristineremo l’obbligo di indicare le causali per l’utilizzo di contratti a termine,” spiega Pagliaro. Questo cambiamento aumenterebbe la stabilità del lavoro e contribuirebbe a ridurre il numero di lavoratori precari.

Il quarto quesito referendario

Infine, il quarto quesito riguarda la concessione della cittadinanza italiana. Attualmente, un cittadino straniero deve risiedere legalmente in Italia per 10 anni prima di poter richiedere la cittadinanza. Il referendum propone di dimezzare questo periodo a 5 anni, mantenendo gli altri requisiti. “Questa modifica rappresenterebbe una conquista fondamentale per circa 2,5 milioni di cittadini di origine straniera,” afferma Pagliaro, sottolineando come l’Italia si allineerebbe ai principali paesi europei in termini di diritti civili.

In conclusione, Michele Pagliaro invita tutti a riflettere sull’importanza di questi quesiti referendari e sulla necessità di un cambiamento reale. “Ogni voto conta,” sottolinea, “e votare ‘sì’ significa investire nel futuro dei lavoratori e nella dignità di chi contribuisce quotidianamente al nostro Paese.” Con questa dichiarazione, Pagliaro si unisce a una crescente ondata di sostenitori dei diritti dei lavoratori, sperando di vedere un’Italia più giusta e equa, dove la dignità del lavoro è finalmente riconosciuta e rispettata.