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Referendum e social media: il sociologo Roma analizza il voto senza quorum

Referendum e social media: il sociologo Roma analizza il voto senza quorum

Referendum e social media: il sociologo Roma analizza il voto senza quorum

Il recente fallimento dei referendum su lavoro e cittadinanza ha sollevato interrogativi sul significato e sull’efficacia di tali strumenti di partecipazione democratica. In un’intervista con Adnkronos/Labitalia, il sociologo Giuseppe Roma ha analizzato i motivi che hanno portato al mancato raggiungimento del quorum, individuando tre fattori principali.

la partecipazione civica nell’era dei social media

Secondo Roma, viviamo in un’epoca in cui l’espressione della partecipazione civica si è amplificata grazie ai social media. “Oggi ognuno può esprimere la propria opinione ogni giorno, e questo avviene attraverso i ‘like’ e altre forme di interazione digitale”, afferma. Questo nuovo contesto di partecipazione ha contribuito a una certa disaffezione nei confronti del voto tradizionale. Roma sottolinea che c’è una percezione che il voto non conti realmente, e questa sfiducia può condurre a un atteggiamento di indifferenza nei confronti del referendum.

l’ambiguità dei quesiti referendari

Il secondo fattore che Roma individua è legato alla natura stessa del referendum. “Questo strumento è, per così dire, un po’ anomalo”, spiega. Funziona bene per questioni chiare e definite, come quelle legate a diritti fondamentali, ma applicarlo a questioni complesse come il lavoro può risultare problematico.

  1. Referendum chiari: Funzionano bene per questioni come il divorzio o l’aborto.
  2. Referendum complessi: Temi intricati come il lavoro possono generare confusione tra gli elettori.

Roma evidenzia che, in particolare, il referendum sulla cittadinanza era l’unico chiaramente comprensibile. Al contrario, le proposte sui temi del lavoro sembravano rischiose e poco chiare, alimentando la paura di un effetto indesiderato.

il ruolo del sindacato e la percezione di impotenza

Infine, Roma mette in evidenza un terzo aspetto cruciale: il ruolo del sindacato. La scelta di ricorrere al referendum per affrontare questioni di lavoro potrebbe essere interpretata come un segnale di debolezza da parte delle organizzazioni sindacali. “Il cittadino si chiede: perché il sindacato non riesce a ottenere risultati attraverso l’azione sindacale tradizionale?”, osserva Roma. Questa mancanza di fiducia nella capacità del sindacato di rappresentare efficacemente gli interessi dei lavoratori potrebbe aver influito sulla partecipazione al referendum.

In sintesi, il mancato raggiungimento del quorum nei referendum su lavoro e cittadinanza non è solo il risultato di una disaffezione generalizzata, ma di una complessa interazione tra la modifica delle modalità di partecipazione, la natura ambigua delle questioni trattate e la percezione della capacità delle istituzioni tradizionali di rappresentare gli interessi dei cittadini. Questi fattori pongono una sfida significativa alla democrazia contemporanea, richiedendo una riflessione profonda su come i cittadini possano essere coinvolti e rappresentati in un’epoca in cui le modalità di espressione e partecipazione sono in continua evoluzione.