Urso: il soft power della nostra industria di marca

Urso: il soft power della nostra industria di marca
Il settore dell’industria di marca italiana sta vivendo un periodo di grande fermento e opportunità . Recentemente, Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha sottolineato l’importanza strategica di questo comparto durante l’assemblea 2025 di Centromarca, tenutasi a Milano. Le sue dichiarazioni hanno evidenziato non solo il valore economico delle esportazioni italiane, ma anche il potere che queste industrie esercitano a livello internazionale, definito come soft power.
L’industria di marca italiana rappresenta un patrimonio unico, capace di esprimere un’identità culturale e artigianale che ha conquistato il mondo. Secondo Urso, il potere del soft power è cruciale in un contesto caratterizzato da tensioni commerciali globali. La reputazione del Made in Italy è solida, e i consumatori americani continuano a dimostrare una forte preferenza per i prodotti italiani, nonostante le potenziali sfide rappresentate da dazi e politiche protezionistiche.
Crescita delle esportazioni italiane
Un dato significativo emerso dal discorso del ministro è la straordinaria crescita del valore delle esportazioni italiane nel settore dei beni di largo consumo. Dal 2014 al 2024, questo valore è passato da 3,8 miliardi a quasi 10 miliardi di euro, un incremento che quasi triplica l’ammontare originale. Questo risultato non è solo motivo di orgoglio, ma rappresenta anche un “tesoro da preservare”. Urso ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato, ma anche con gli altri Stati membri dell’Unione Europea, per garantire che questa crescita continui nel tempo.
Il ruolo di Centromarca
Centromarca, l’associazione che rappresenta oltre 2.600 marchi di rilevanza, è un attore chiave in questo panorama. Con quasi 100.000 addetti e un fatturato di circa 67 miliardi di euro, Centromarca contribuisce in modo significativo al Pil nazionale, generando un valore complessivo di oltre 87 miliardi lungo tutta la filiera produttiva. Questo dimostra quanto l’industria di marca sia una colonna portante dell’economia italiana e della sua capacità di innovare e competere a livello globale.
Strategia per il futuro
Urso ha messo in evidenza il ruolo di leadership che l’Italia sta assumendo in Europa, mirando a riportare la manifattura al centro della crescita economica e del benessere sociale. A tal fine, il governo italiano ha presentato sette “non paper” tematici alla Commissione Europea, delineando una strategia di politica industriale che culminerà nel “Libro Bianco Made in Italy 2030”. Questo documento ambizioso mira a fornire una visione strategica chiara e duratura per il settore, un aspetto che è mancato nel dibattito politico italiano per troppo tempo.
In particolare, il Libro Bianco non sarà solo un compendio di intenzioni, ma un vero e proprio strumento operativo. Accanto a un investimento previsto di circa 20 miliardi di euro per le imprese, il documento si propone di orientare le politiche pubbliche in modo da:
- Rafforzare le filiere produttive
- Promuovere l’innovazione
- Stimolare la competitività sui mercati internazionali
- Tutelare le produzioni di qualitÃ
Un approccio sistemico che riconosce l’importanza di investire nella qualità e nell’unicità dei prodotti italiani.
Un altro aspetto fondamentale del discorso di Urso è la rinnovata strategia di attrazione degli investimenti. L’Italia, grazie a politiche favorevoli e a una crescente stabilità economica, sta diventando una meta ambita per molti investitori stranieri. Questo non solo aiuterà a sostenere le imprese italiane, ma contribuirà anche a preservare la loro identità , un elemento cruciale per il successo del Made in Italy nel mondo.
In un contesto caratterizzato da sfide globali e cambiamenti rapidi, la capacità di un paese di valorizzare le proprie eccellenze diventa sempre più rilevante. L’industria di marca italiana, con le sue radici profonde nella tradizione e la sua propensione all’innovazione, è ben posizionata per affrontare queste sfide. La combinazione di un forte marchio, un’attenzione alla qualità e una strategia chiara possono garantire che l’Italia rimanga un leader nel panorama manifatturiero mondiale.
La visione di Urso per il futuro dell’industria di marca non si limita a considerare le opportunità di mercato, ma si estende alla creazione di un ecosistema favorevole per le imprese. Investire in formazione, ricerca e sviluppo, e sostenere le start-up innovative sono tutti fattori chiave che possono determinare il successo a lungo termine del settore. Con una strategia ben definita e una collaborazione attiva tra tutti gli attori coinvolti, l’Italia ha l’opportunità di non solo mantenere ma anche ampliare la sua influenza nel mercato globale, continuando a rappresentare un simbolo di qualità e creatività .