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Il Roma Pride si trasforma in un’onda di solidarietà per Gaza con i leader mondiali a testa in giù

Il Roma Pride si trasforma in un'onda di solidarietà per Gaza con i leader mondiali a testa in giù

Il Roma Pride si trasforma in un'onda di solidarietà per Gaza con i leader mondiali a testa in giù

Roma ha accolto con entusiasmo la 31esima edizione del Roma Pride, un evento che celebra l’orgoglio e i diritti della comunità LGBTQ+. Quest’anno, il corteo ha assunto una dimensione particolarmente significativa, unendo le rivendicazioni per i diritti LGBTQ+ con un forte messaggio di solidarietà verso il popolo palestinese, in un momento di crisi e conflitto nella regione. Sotto lo slogan “Noi Fuorilegge”, il corteo è partito da piazza della Repubblica alle 14.30, per snodarsi attraverso le storiche vie della capitale, culminando a Caracalla.

Con oltre 40 carri e migliaia di partecipanti, gli organizzatori hanno stimato che il corteo potesse contare fino a un milione di persone, una presenza che testimonia l’importanza e la vitalità del Pride a Roma. I colori dell’arcobaleno hanno vibrato insieme a quelli della bandiera palestinese, creando un’atmosfera di festa e di protesta. Tra le bandiere sventolate, spiccavano quelle che invocavano la libertà per Gaza e la Palestina, un chiaro segno del sostegno della comunità LGBTQ+ italiana alla causa palestinese.

La solidarietà con Gaza

In un momento di crescente tensione globale, il Roma Pride ha saputo trasformarsi in un potente veicolo di solidarietà. Cartelli con le scritte “Free Gaza, free Palestine” hanno fatto capolino tra i partecipanti, sottolineando la connessione tra le lotte per i diritti umani. La madrina dell’evento, la popstar Rose Villain, ha portato il suo messaggio di amore e unione, esprimendo il desiderio di contrastare l’odio con la forza dell’amore. Sul carro degli organizzatori, ha cantato il suo brano “Fuorilegge”, richiamando l’attenzione sulla necessità di unire le forze contro le ingiustizie.

Un momento particolarmente toccante è avvenuto quando il corteo ha raggiunto via Cavour, dove gli organizzatori hanno chiesto un momento di silenzio in onore dei palestinesi. Questo silenzio, descritto come “simbolico” dall’Arcigay, rappresentava una presa di posizione chiara e netta contro ciò che molti definiscono un genocidio in corso. Dopo diversi minuti di riflessione, la folla ha levato un grido di “Palestina libera”, rivelando il forte senso di comunità e di compartecipazione nella denuncia delle violazioni dei diritti umani.

Le sagome di Netanyahu, Trump, Musk e J.K. Rowling a testa in giù

In un gesto di provocazione e denuncia, alcuni carri hanno esibito sagome di figure pubbliche come Donald Trump, Elon Musk, Benjamin Netanyahu e J.K. Rowling appese a testa in giù. Questa rappresentazione visiva ha voluto esprimere il disdegno verso coloro che, secondo gli organizzatori, hanno avuto un ruolo nell’acutizzare le tensioni in Medio Oriente. La scelta di includere J.K. Rowling, in particolare, è stata motivata dalle sue recenti affermazioni riguardo all’identità di genere, che hanno sollevato un ampio dibattito all’interno della comunità LGBTQ+.

La protesta non si è limitata a queste rappresentazioni simboliche, ma ha anche evidenziato l’urgenza di discutere di diritti e libertà in un contesto globale sempre più complesso. La guerra in corso ha accentuato le divisioni e le ingiustizie, e il Roma Pride ha cercato di farsi portavoce di una visione inclusiva e solidale.

Le parole del sindaco Gualtieri

Durante la sfilata, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha condiviso le sue impressioni sull’evento, definendolo “bello ed emozionante come sempre”. Ha enfatizzato l’importanza della comunità LGBTQ+ nel tessuto sociale della capitale, sottolineando come Roma si senta sempre più una città dei diritti. Tuttavia, Gualtieri ha anche messo in guardia sulla necessità di continuare la battaglia per i diritti, ricordando che molte conquiste sono state ottenute solo grazie a sentenze della Corte Costituzionale.

In questo contesto, la presenza di politici e rappresentanti di diverse forze politiche, come Riccardo Magi di +Europa e Marta Bonafoni, ha ulteriormente sottolineato l’importanza del Pride come piattaforma di dialogo e di mobilitazione per i diritti civili. Il segretario di +Europa ha utilizzato il suo carro per esprimere dissenso verso figure politiche come Meloni e Putin, evidenziando la necessità di rimanere vigili e attivi nella lotta per i diritti.

Un evento di grande impatto

Il Roma Pride si conferma così un appuntamento fondamentale non solo per la comunità LGBTQ+, ma anche per chiunque creda nei diritti umani e nella giustizia sociale. Con la sua capacità di unire e sensibilizzare, l’evento di quest’anno ha dimostrato che la lotta per i diritti civili è una battaglia collettiva, che trascende le singole identità e si estende a chiunque si trovi a fronteggiare oppressione e ingiustizia.