Bologna: come un limite di 30 km ha portato a un risparmio di 150 milioni in sei mesi

Bologna: come un limite di 30 km ha portato a un risparmio di 150 milioni in sei mesi
Negli ultimi sei mesi, Bologna ha dimostrato come un semplice cambiamento nella regolamentazione della velocità possa portare a risparmi significativi in termini di costi sociali e umani. La misura nota come “Città 30”, che limita la velocità massima a 30 km/h in determinate aree della città, ha generato un risparmio che supera i 150 milioni di euro, grazie alla riduzione degli incidenti, delle morti e dei feriti. Questo cambiamento ha reso la guida non solo più sicura, ma anche più fluida ed ecologica, senza impatti significativi sui tempi di percorrenza.
Analisi dei dati e impatti sulla mobilità
Un’analisi approfondita condotta da GO-Mobility ha rivelato risultati sorprendenti basati su dati raccolti direttamente dalle scatole nere delle auto in circolazione a Bologna. Questo studio ha permesso di ottenere informazioni dettagliate su come il limite di velocità influisca sul comportamento degli automobilisti e sulla qualità della mobilità urbana. I dati analizzati riguardano oltre 135.000 viaggi reali effettuati sulle strade bolognesi dove è stato applicato il limite di 30 km/h, evidenziando un rispetto di tale limite che ha raggiunto quasi il 60% delle percorrenze.
Tra i risultati più significativi dello studio, possiamo notare:
- Riduzione delle frenate brusche: Si è più che dimezzata, migliorando la sicurezza stradale e contribuendo a un traffico più fluido.
- Diminuzione delle emissioni inquinanti: Le emissioni per km percorso sono diminuite fino al 17%, riflettendo l’impatto positivo di una guida più attenta.
- Incremento minimo dei tempi di viaggio: Il massimo incremento di tempo di viaggio in auto, nel caso in cui tutti rispettassero il limite, sarebbe di meno di 30 secondi su un viaggio medio di circa 10 minuti.
Commenti e futuro della mobilità
Daniele Mancuso, CEO di GO-Mobility, ha commentato i risultati dello studio, sottolineando l’importanza di avere dati precisi per valutare l’efficacia delle politiche di mobilità. “Siamo fiduciosi che le nostre analisi contribuiranno a rendere più oggettivo il dibattito sulle Città 30”, ha affermato. L’approccio basato sui Big Data ha permesso di elaborare un’enorme quantità di informazioni, con oltre 90 milioni di punti di campionamento analizzati in una settimana di ottobre 2023 e nella medesima settimana del 2024.
Un altro aspetto positivo della misura è il calo delle situazioni di pericolo e di emergenza sulle strade regolate a 30 km/h. Le accelerazioni anomale sono diminuite del 31% e le frenate brusche del 58%, contribuendo a creare un ambiente di guida più rilassato e a facilitare un traffico più scorrevole.
Un modello da seguire
Il caso di Bologna potrebbe rappresentare un modello da seguire per altre città italiane, in un momento in cui la mobilità sostenibile è diventata una priorità non solo per le amministrazioni locali, ma anche per i cittadini. La necessità di affrontare i problemi legati all’inquinamento atmosferico e alla sicurezza stradale è più urgente che mai, e politiche come quella della Città 30 possono rappresentare un passo significativo verso un futuro più sostenibile.
Iniziative simili sono già in fase di attuazione in altre città europee, dove il limite di 30 km/h è diventato uno standard per le aree urbane. Le evidenze raccolte a Bologna potrebbero fornire argomenti convincenti per l’adozione di misure analoghe altrove, contribuendo a un cambiamento culturale nella percezione della mobilità urbana.
Con una maggiore attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità, Bologna non solo sta migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini, ma sta anche tracciando una strada per le città del futuro, dove la mobilità sarà sempre più integrata con la salute e il benessere delle persone. La riduzione della velocità non è solo una questione di limiti, ma un’opportunità per ripensare il nostro modo di muoverci e vivere lo spazio urbano.