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Garlasco, la sorprendente scoperta della buccia di banana: analisi della spazzatura svelano potenziali tracce di Dna

Garlasco, la sorprendente scoperta della buccia di banana: analisi della spazzatura svelano potenziali tracce di Dna

Garlasco, la sorprendente scoperta della buccia di banana: analisi della spazzatura svelano potenziali tracce di Dna

A distanza di diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, le indagini sul caso tornano a riaccendere l’interesse degli inquirenti. Questa volta, il focus è sulle analisi di un sacchetto di spazzatura sequestrato, che fino ad ora non era mai stato esaminato. Infatti, il materiale raccolto a suo tempo, tra cui alcuni oggetti personali e rifiuti vari, è tornato al centro dell’attenzione grazie a un nuovo confronto tra genetisti e dattiloscopisti avviato presso la questura di Milano.

il sacchetto di spazzatura e i reperti

Sotto la lente degli esperti ci sono diversi reperti, tra cui:

  1. Un frammento di tappetino da bagno macchiato di sangue
  2. Una scatola di cereali
  3. Un cucchiaino utilizzato da Chiara per la colazione

Tuttavia, è la spazzatura, contenente rifiuti come vasetti di Fruttolo e una buccia di banana, che ha suscitato particolare interesse. Questo perché, come sottolineato dai periti, la buccia di banana potrebbe aver contaminato o addirittura cancellato eventuali tracce di Dna rinvenibili tra i rifiuti.

Il sacchetto di spazzatura fu sequestrato otto mesi dopo l’omicidio, nel mese di aprile 2008, quando i militari del RIS, dotati di tute e guanti bianchi, entrarono nella villetta di Chiara per repertare i rifiuti. A quel punto, la buccia di banana era già marcia e quasi incollata al sacchetto, il che complica ulteriormente la possibilità di recuperare eventuali tracce utili. La questione del sequestro formale della spazzatura è stata sollevata dal consulente della difesa di Andrea Sempio, Luciano Garofano, il quale ha chiesto chiarimenti al riguardo e ha espresso la necessità di verificare la regolarità delle procedure seguite.

l’«impronta 10» e le indagini

Oltre all’analisi della spazzatura, gli esperti si concentreranno su un’altra questione fondamentale: l’«impronta 10», rinvenuta sul lato interno della porta della villetta. Questa impronta, considerata «sporca» e potenzialmente lasciata dal killer, è stata oggetto di un’analisi più approfondita dopo che la difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio, ha richiesto esami supplementari. L’avvocato Giada Bocellari ha spiegato che la prima analisi aveva escluso la presenza di sangue sull’impronta, ma persistono dei dubbi. Durante un recente incidente probatorio, sono stati effettuati due tamponi: uno per la caratterizzazione genetica e l’altro per la ricerca di eventuali tracce ematiche. Al momento, l’impronta non risulta appartenere né a Sempio né a Stasi, il che aumenta la complessità dell’indagine.

campioni biologici e nuove tecnologie forensi

In aggiunta, gli inquirenti stanno esaminando i campioni biologici prelevati dalle unghie di Chiara. Questi campioni sono stati oggetto di test in passato, ma i risultati non sono stati soddisfacenti. I pm di Pavia ritengono che uno dei profili maschili possa appartenere ad Andrea Sempio, attualmente indagato in questa nuova inchiesta. Il confronto tra i consulenti e i periti sarà cruciale per chiarire definitivamente la questione, soprattutto alla luce delle nuove tecnologie forensi disponibili oggi rispetto a diciotto anni fa.

Il caso di Garlasco ha suscitato un’ampia eco mediatica e continua a rappresentare un tema di grande interesse pubblico. La morte di Chiara Poggi, una giovane donna con un futuro promettente, ha segnato profondamente la comunità di Garlasco e ha dato vita a un lungo percorso giudiziario. I continui sviluppi e l’attenzione riposta nella riapertura delle indagini testimoniano la volontà di fare luce su un delitto che ha scosso l’opinione pubblica e ha sollevato interrogativi sull’efficacia delle indagini iniziali.

L’analisi di reperti mai esaminati e il confronto tra le varie tecniche forensi odierne e quelle utilizzate allora, rappresentano un’opportunità per chiarire eventuali elementi rimasti oscuri. La scienza forense ha compiuto notevoli progressi nel corso degli anni, e ciò potrebbe rivelarsi decisivo per la risoluzione del caso. Mentre i periti si preparano a esaminare i reperti e a effettuare nuovi test, la comunità e gli interessati al caso continuano a vigilare con attenzione, sperando che la verità possa finalmente emergere.

La storia di Chiara Poggi è un monito sulla fragilità della vita e sull’importanza di perseguire la giustizia, nonostante il passare del tempo e le complessità che ogni indagine porta con sé. Con l’auspicio che nuovi risultati possano finalmente portare chiarezza e giustizia, il caso di Garlasco continua a essere un argomento di riflessione e dibattito.