Drammatiche rivelazioni: le violenze di Soncin su Pamela Genini prima del Festival di Venezia

Drammatiche rivelazioni: le violenze di Soncin su Pamela Genini prima del Festival di Venezia

Drammatiche rivelazioni: le violenze di Soncin su Pamela Genini prima del Festival di Venezia

Matteo Rigamonti

Ottobre 17, 2025

La tragica storia di Pamela Genini, una giovane imprenditrice di 29 anni, ha scosso l’Italia, rivelando le inenarrabili violenze subite dal suo compagno, Gianluca Soncin. La sua migliore amica, Nicole, ha recentemente condiviso dettagli inquietanti riguardo a una relazione tossica e violenta che ha segnato la vita di Pamela. Le violenze, durate circa un anno, si sono manifestate in un crescendo di aggressioni fisiche e psicologiche, culminando in un tragico epilogo il 23 settembre 2023, quando Pamela è stata uccisa con 24 coltellate.

La relazione tossica

Nicole ha raccontato che Pamela le inviava regolarmente foto dei lividi e delle ferite inflitte da Gianluca. “Le avevo detto di denunciare, ma lui tornava sempre da lei, piangendo e promettendo di cambiare”, ha dichiarato Nicole durante un’intervista a “Mattino Cinque”. Queste parole rivelano non solo la disperazione di Pamela, ma anche le dinamiche di controllo e manipolazione che caratterizzavano la relazione.

Le violenze erano iniziate in modo subdolo, con episodi che sembravano insignificanti, ma che si erano presto intensificati. La prima aggressione risale, secondo Nicole, allo scorso settembre, proprio prima del Festival del Cinema di Venezia, dove Pamela avrebbe dovuto calcare il red carpet. “Mi ha chiamata disperata”, racconta Nicole, “il compagno si era arrabbiato per una gelosia futile, scatenata da alcune interazioni con i fotografi”. In quel frangente, Gianluca, in un raptus di rabbia, l’aveva afferrata per i capelli, lanciato una valigia contro di lei e colpita ripetutamente.

Il ciclo di violenza

Nonostante gli avvertimenti e le pressioni da parte delle persone a lei vicine, Pamela non riusciva a trovare il coraggio di denunciare Gianluca. “Io e mio marito le abbiamo detto di prendere provvedimenti, ma ogni volta che lui tornava da lei promettendo di cambiare, lei cedeva”, ha aggiunto Nicole. Questo ciclo di violenza e pentimento è una caratteristica comune nelle relazioni abusive, dove il partner aggressore fa leva su promesse di cambiamento, amore e affetto per mantenere la vittima legata a sé.

Le false promesse

Le false promesse di Gianluca erano un altro strumento di manipolazione. “Diceva che voleva sposarla”, racconta Nicole, “le mostrava un anello e le prometteva di curarsi da uno psicologo, ma poi, in un attimo, si trasformava, minacciando la madre e la sorella incinta di Pamela”. Queste tattiche servivano a mantenere Pamela in uno stato di paura e sottomissione, facendole dubitare della sua autostima e delle sue capacità di uscire da quella situazione.

Stalking e controllo

La situazione è stata ulteriormente complicata da episodi di stalking, con Gianluca che non si limitava ad aggredire fisicamente Pamela, ma la controllava costantemente. “La chiamava in continuazione”, ha rivelato Nicole, “non le dava pace, cercava di sapere dove si trovava e con chi stava”. Questo comportamento, unito ai numerosi episodi di violenza, ha creato un ambiente di terrore e isolamento attorno a Pamela, rendendo ancora più difficile per lei chiedere aiuto e trovare il modo di liberarsi dalla relazione tossica.

La storia di Pamela Genini è purtroppo solo una delle tante che affliggono le donne in Italia e nel mondo, dove le violenze domestiche e di genere continuano a rappresentare una piaga sociale. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, nel 2022 si sono registrati oltre 100 femminicidi, molti dei quali avvenuti in contesti di violenza domestica. La sua storia mette in evidenza la necessità di un cambiamento culturale profondo e di un sistema di supporto più efficace per le vittime di violenza.

Le ricadute delle violenze subite da Pamela non si limitano solo al suo tragico destino, ma colpiscono anche l’intera comunità. Gli amici e i familiari che hanno assistito impotenti a questo dramma si trovano ora a dover affrontare il dolore e il senso di colpa per non essere riusciti a proteggere una persona che amavano. Nicole, in particolare, si sente profondamente colpita da questa situazione. “Nonostante avessimo cercato di aiutarla, sento di non aver fatto abbastanza”, confida.

La storia di Pamela e il suo tragico destino devono servire da monito e spinta per una maggiore consapevolezza riguardo alla violenza di genere. È fondamentale che la società si unisca per combattere queste ingiustizie e che le istituzioni offrano supporto e protezione alle vittime, affinché nessuna donna debba vivere la stessa paura e il dolore che ha vissuto Pamela.