La tragica vicenda di Pamela Genini, uccisa dal suo ex compagno Gianluca Soncin, ha profondamente sconvolto l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla violenza di genere e sulle dinamiche delle relazioni tossiche. In un’intervista toccante rilasciata al Corriere della Sera, Francesco D., l’ex fidanzato di Pamela, ha raccontato dettagli inquietanti della relazione tra Pamela e Soncin, rivelando un quadro di abusi e manipolazioni che hanno portato alla morte della giovane donna.
la drammatica telefonata
Francesco, un imprenditore edile di 40 anni, si trovava al telefono con Pamela quando Soncin entrò in casa sua armato di coltello e la colpì a morte. «Avrei dovuto fare in modo di salvarla», ha confessato Francesco, carico di rammarico e dolore. La richiesta d’aiuto di Pamela, giunta poche ore prima dell’omicidio, ha acceso in lui il desiderio di intervenire, ma non è riuscito a farlo in tempo. «In questo momento sto cercando di essere lucido e trovare il coraggio di andare avanti», ha continuato Francesco, sottolineando che il vero coraggio non risiede nella violenza, ma nella capacità di combattere per ciò che è giusto.
un quadro di abusi
L’intervista ha svelato che Pamela era soggetta a violenze continue da parte di Soncin, che si era dimostrato un partner oppressivo e abusivo. «Quando lei non voleva avere rapporti sessuali, lui la violentava», ha detto Francesco, descrivendo la terribile scoperta della gravidanza di Pamela. La giovane, nonostante il sogno di una famiglia, decise di abortire perché «non voleva avere un figlio da quell’uomo».
Francesco ha rivelato che Soncin, in un tentativo di controllo estremo, minacciava Pamela e la isolava da amici e familiari. Ecco alcuni aspetti chiave della situazione:
- Isolamento: Soncin ha isolato Pamela dalla famiglia, dagli amici e dal lavoro.
- Minacce: «Se mi denunci ammazzo tua madre…», le diceva, aumentando il suo livello di paura.
- Richieste di aiuto: Pamela aveva tentato più volte di chiedere aiuto alle forze dell’ordine, ma non era mai riuscita a formalizzare le accuse.
la premeditazione dell’omicidio
La situazione di Pamela era diventata insostenibile, eppure, nonostante fosse consapevole del pericolo, aveva pianificato di lasciare Soncin. «Aveva organizzato di scappare, ma non ce l’ha fatta. Lui è arrivato prima», ha raccontato Francesco, sottolineando che l’omicidio di Pamela non può essere considerato un raptus, ma un atto di premeditazione da parte di un uomo che si era dimostrato un vero e proprio mostro.
Gianluca Soncin, nato a Biella nel 1973, aveva un passato inquietante, caratterizzato da accuse di frode e maltrattamenti. Negli archivi di polizia risultano segnalazioni di stalking, ma nessuna denuncia formale. La sua personalità disturbata e violenta emerge chiaramente anche dal racconto di Francesco, che ha sottolineato come Soncin avesse un comportamento ossessivo nei confronti di Pamela, controllandola in ogni aspetto della sua vita.
la necessità di giustizia
Francesco si sente in colpa per non essere riuscito a proteggere Pamela, ma sa che il suo compito ora è quello di combattere per la giustizia, affinché tragedie come quella di Pamela non si ripetano. La storia di Pamela Genini è un triste promemoria della necessità di affrontare la violenza di genere e fornire supporto a chi vive situazioni di abuso. La società deve unirsi per proteggere le donne vulnerabili e combattere contro la cultura della violenza.
