Carlo Taormina accusa Sempio di falso alibi e attacca la magistratura di Garlasco

Carlo Taormina accusa Sempio di falso alibi e attacca la magistratura di Garlasco

Carlo Taormina accusa Sempio di falso alibi e attacca la magistratura di Garlasco

Matteo Rigamonti

Ottobre 26, 2025

Il caso di Garlasco, uno dei delitti più noti e controversi della cronaca italiana, è tornato alla ribalta grazie a un intervento dell’avvocato Carlo Taormina, figura di spicco del foro romano. Con un lungo post pubblicato su Facebook, Taormina non solo critica l’operato della magistratura, ma lancia anche una provocazione nei confronti di Andrea Sempio, attualmente indagato in un nuovo filone di inchiesta legato a questo drammatico evento.

Il delitto di Garlasco risale al 2007, quando Chiara Poggi fu trovata morta nella sua abitazione. Da allora, le indagini hanno preso diverse pieghe, coinvolgendo numerosi soggetti e suscitando un acceso dibattito sia nei tribunali che nell’opinione pubblica. Sempio, già al centro delle indagini in passato, è tornato a essere menzionato in relazione a possibili sviluppi procedurali.

Le accuse di Taormina rivolte ai magistrati

Nel suo post, Taormina non risparmia critiche ai magistrati, accusandoli di aver “annunciato colpi di teatro in continuazione”, rivelatisi “autentiche patacche”. Secondo l’avvocato, l’operato della magistratura sarebbe guidato da un desiderio di accontentare una parte dell’opinione pubblica, in particolare quella più sensazionalista, piuttosto che da un reale desiderio di giustizia. “Stanno per arrestarlo perché questi magistrati stanno dentro a tunnel per le condotte investigative patologiche che hanno compiuto e stanno compiendo”, scrive, suggerendo che Sempio potrebbe essere vittima di un sistema giudiziario in crisi.

Taormina, noto per il suo approccio provocatorio e per le sue posizioni controcorrente, invita Sempio a presentarsi spontaneamente in Procura, “coi suoi ottimi avvocati”, per rendere interrogatorio. Questa richiesta sembra essere un modo per spingere Sempio a chiarire la sua posizione, ma è anche un attacco frontale al sistema giudiziario, che l’avvocato accusa di essere non solo inefficace, ma addirittura dannoso.

Le ambiguità delle affermazioni di Taormina

All’interno del post, vi sono affermazioni ambigue e a tratti ironiche, come quando Taormina suggerisce a Sempio di “dire il vero”, insinuando che egli si sia costruito un falso alibi per sfuggire a un processo che lo vedeva innocente, ma non del tutto estraneo alla vicenda. L’avvocato parla di un presunto accordo tra Sempio e Venditti, un altro personaggio coinvolto nel caso, insinuando che ci sia stata una corruzione o una manipolazione delle difese legali.

Taormina, da sempre sostenitore della tesi secondo cui Sempio fosse presente sul luogo del delitto insieme a Stasi, ma non avesse materialmente ucciso Chiara Poggi, propone una nuova narrazione degli eventi. Secondo lui, Sempio dovrebbe raccontare che quella mattina stava a casa con Chiara e Stasi e che il suo ingresso nell’abitazione fu determinato dalla scoperta di un presunto tradimento da parte di Chiara, portandolo a un’esplosione di rabbia e gelosia. Questa versione non solo contrasta con le precedenti dichiarazioni, ma sembra anche voler esacerbare la tensione attorno a un caso già di per sé complesso e intricato.

L’eco del delitto di Garlasco nella società italiana

Il delitto di Garlasco ha lasciato un segno profondo nella società italiana, non solo per la brutalità dell’omicidio, ma anche per le sue conseguenze legali e mediatiche. Ogni nuovo sviluppo riaccende le polemiche e il dibattito, sia tra gli esperti di criminologia che tra il pubblico. La figura di Carlo Taormina, con la sua retorica accesa e provocatoria, contribuisce a mantenere viva l’attenzione su un caso che sembra non avere mai fine.

Il post di Taormina si chiude con un tono ambiguo, quasi beffardo, in cui l’avvocato suggerisce che Sempio potrebbe non finire la settimana in libertà, lasciando intendere che le sue sorti siano appese a un filo. “Faccia presto, Sempio, perché altrimenti la prossima settimana non la finisce in libertà. A proposito, si tratta di un mio sogno lovatiano. O no?”, scrive, alimentando così ulteriormente le speculazioni sul caso e sul futuro di Sempio.

Il messaggio di Taormina risuona come un campanello d’allarme per il sistema giudiziario italiano, invitando a una riflessione profonda su come i processi vengano gestiti e sulla loro influenza sull’opinione pubblica. La questione, infatti, non riguarda solo il caso specifico di Garlasco, ma solleva interrogativi più ampi sulla giustizia, l’informazione e la verità in un contesto dove la cronaca nera spesso diventa spettacolo.