Björn Andrésen, l’attore e musicista svedese noto in tutto il mondo per il suo iconico ruolo di Tadzio nel film “Morte a Venezia” di Luchino Visconti, è scomparso sabato 25 ottobre 2023 all’età di 70 anni. La triste notizia è stata riportata dal quotidiano svedese “Dagens Nyheter” da Kristian Petri, co-regista del documentario del 2021 “Il Ragazzo Più Bello del Mondo”, dedicato proprio alla figura di Andrésen. Al momento, non sono state rivelate le cause della sua morte.
Nato a Stoccolma il 26 gennaio 1955, Björn Andrésen ha esordito come enfant prodige nel film “Morte a Venezia”, un adattamento dell’omonimo romanzo di Thomas Mann del 1912. A soli 15 anni, Andrésen ha dato vita a Tadzio, un giovane e affascinante ragazzo polacco che riesce a catturare l’attenzione di Gustav von Aschenbach, un uomo più anziano interpretato da Dirk Bogarde. La performance di Andrésen ha lasciato un segno indelebile nel cuore degli spettatori, rendendolo un simbolo della bellezza giovanile e della fragilità umana.
un soprannome pesante
Alla premiere del film, Luchino Visconti, il celebre regista italiano, lo soprannominò “il ragazzo più bello del mondo”, un titolo che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, ma che Andrésen ha spesso descritto come un peso insopportabile. In diverse interviste, ha rivelato come questa etichetta lo avesse condotto a sentirsi come un “animale esotico in gabbia”. Nel 2003, in una conversazione con il Guardian, Andrésen ha confessato le sue frustrazioni, affermando che l’ossessione per la sua bellezza esteriore aveva influenzato negativamente sia la sua vita personale che la sua carriera professionale.
una vita segnata da eccessi
Dopo il successo di “Morte a Venezia”, Visconti e Andrésen non si parlarono mai più. Questo silenzio ha pesato molto sull’anima dell’attore, che ha vissuto una vita segnata da eccessi, depressioni e una continua ricerca di identità al di là dell’immagine di bellezza che lo aveva reso celebre. “Se Visconti fosse ancora vivo, gli direi di andare al diavolo”, aveva dichiarato Andrésen in un’intervista del 2019, esprimendo il suo disprezzo per il modo in cui la sua vita era stata influenzata da quel soprannome.
Oltre a “Morte a Venezia”, Björn Andrésen ha recitato in diversi altri film nel corso della sua carriera, cercando di distaccarsi dall’etichetta di “ragazzo bello”. Uno dei suoi ruoli più recenti è stato in “Midsommar – Il Villaggio dei dannati” del 2019, un horror diretto da Ari Aster che ha ricevuto recensioni contrastanti ma ha riscosso un notevole successo di pubblico. In questa pellicola, Andrésen ha mostrato una maturità artistica che contrasta con la sua immagine giovanile, dimostrando che la sua carriera non si era esaurita con il passare degli anni.
un impatto duraturo nella cultura popolare
La figura di Andrésen ha avuto un impatto significativo anche nella cultura popolare. La sua bellezza androgina ha ispirato il personaggio di Lady Oscar, protagonista di un popolare manga giapponese, un esempio di come la sua immagine abbia oltrepassato i confini del cinema europeo per entrare nel cuore di diverse culture nel mondo. Questo incrocio di influenze ha reso Andrésen un simbolo non solo della bellezza, ma anche della lotta contro le aspettative sociali e le etichette imposte.
Nonostante i suoi successi, la vita di Björn Andrésen è stata segnata da momenti di grande difficoltà. Ha affrontato la depressione e ha lottato con la sua identità, cercando di navigare tra il mondo della fama e la sua vita personale. La sua apertura riguardo a questi temi ha contribuito a sensibilizzare il pubblico sulla questione della salute mentale, un argomento spesso trascurato nel mondo dello spettacolo.
Nel documentario “Il Ragazzo Più Bello del Mondo”, Andrésen si racconta in modo intimo, rivelando le sue vulnerabilità e le sfide che ha affrontato nel corso degli anni. Questo film non solo celebra il suo talento e la sua bellezza, ma offre anche uno spaccato della sua vita, evidenziando le pressioni che possono derivare dall’essere al centro dell’attenzione sin da giovani.
La sua morte rappresenta una grande perdita per il mondo del cinema e per tutti coloro che hanno ammirato la sua arte e la sua storia. Björn Andrésen rimarrà per sempre impresso nella memoria collettiva come Tadzio, il giovane che ha incantato milioni di spettatori e che ha vissuto una vita intensa, segnata da successi e sfide. La sua eredità continuerà a vivere attraverso le sue opere e le storie che ha condiviso, un promemoria dell’importanza di guardare oltre l’apparenza e di comprendere la complessità delle vite umane.
