La Procura di Brescia ha avviato un nuovo sequestro di dispositivi elettronici nei confronti dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e di due ex carabinieri della polizia giudiziaria, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. Questa operazione si inserisce nell’ambito di un’inchiesta sulla presunta corruzione dell’ex magistrato, accusato di aver agevolato l’archiviazione dell’indagine a carico di Andrea Sempio, coinvolto nell’omicidio di Chiara Poggi nel 2007. Questo caso ha rappresentato uno dei più discussi e controversi nella cronaca nera italiana, caratterizzato da numerosi colpi di scena.
Il nuovo sequestro e le motivazioni
Il 24 ottobre, il Tribunale del Riesame di Brescia aveva annullato un precedente sequestro degli apparati elettronici dei due ex militari, che non erano indagati. Tuttavia, a seguito di questo annullamento, il procuratore Francesco Prete e la pm Claudia Moregola hanno deciso di rinnovare la richiesta di sequestro, evidenziando un presunto vizio di forma nella richiesta iniziale. Questa nuova mossa dimostra la determinazione della Procura di continuare a indagare su un caso che ha suscitato un notevole interesse pubblico e mediatico.
Tipologia di dispositivi sequestrati
Il sequestro riguarda una vasta gamma di dispositivi elettronici, tra cui:
- Telefoni cellulari
- Computer
- Tablet
- Hard disk
- Chiavette USB
La Procura ha sottolineato che questi strumenti sono considerati «cose necessarie per l’accertamento dei fatti» e saranno utilizzati per realizzare una copia forense. Questa procedura è fondamentale per garantire l’integrità dei dati e delle informazioni cruciali per il prosieguo delle indagini.
Elementi chiave delle indagini
L’accusa è convinta che all’interno di questi dispositivi siano contenuti elementi fondamentali per provare la veridicità delle affermazioni fatte durante le indagini. In particolare, gli inquirenti cercheranno:
- Messaggi
- Documenti
- Fotografie
Questi potrebbero fornire dettagli sulle modalità di svolgimento dell’indagine a carico di Sempio nel biennio 2016-2017. Un aspetto cruciale riguarda anche i rapporti tra gli inquirenti e la famiglia Sempio, nonché gli avvocati e i consulenti che hanno assistito l’accusato.
Un punto di particolare interesse è rappresentato dalla consulenza del genetista Linarello, che attribuiva a Sempio il DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Questa consulenza ha sollevato dubbi sulla sua validità e sull’influenza che potrebbe aver avuto sull’esito dell’indagine. L’ex comandante dei Ris, Luciano Garofano, aveva ricevuto la consulenza dai legali di Sempio prima che fosse ufficialmente depositata, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle procedure investigative.
La nuova fase delle indagini, con il sequestro dei dispositivi elettronici, rappresenta un tentativo da parte della Procura di fare luce sui sospetti di corruzione e di garantirne la trasparenza. La comunità locale e l’opinione pubblica seguono con attenzione gli sviluppi di questo caso, che continua a sollevare interrogativi sulla giustizia e sull’integrità delle istituzioni. La vicenda di Garlasco, e le sue molteplici sfaccettature, rimangono un tema caldo nel dibattito pubblico, ponendo interrogativi fondamentali su come la giustizia possa essere influenzata da fattori esterni e sul ruolo delle prove scientifiche in un processo.
