Parolin: coinvolgere la Cina per una pace duratura in Ucraina

Parolin: coinvolgere la Cina per una pace duratura in Ucraina

Parolin: coinvolgere la Cina per una pace duratura in Ucraina

Matteo Rigamonti

Ottobre 28, 2025

Roma, 7 giugno 2024 – «Ci vuole l’impegno di tutta la comunità internazionale per fare qualche passo verso la pace». Così il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha risposto ai giornalisti stamattina all’ingresso dell’ospedale Bambino Gesù, nella sede di San Paolo fuori le Mura. Al centro del discorso, ancora una volta, la guerra in Ucraina e la speranza di una tregua che, a più di due anni dall’inizio del conflitto, sembra ancora lontana.

Parolin: “Serve l’impegno di tutti per fermare la guerra”

Il cardinale, volto noto della diplomazia vaticana, ha ribadito che nessuno può tirarsi indietro. «Serve il coinvolgimento di tutti», ha detto chiaramente. La guerra in Ucraina, iniziata nel febbraio 2022 con l’invasione russa, ha già causato migliaia di morti e milioni di sfollati. I tentativi di tregua si sono interrotti più volte, tra accuse reciproche e nuove tensioni sul campo. Intanto, il Vaticano continua a lavorare dietro le quinte, cercando ogni possibile via per aprire il dialogo.

Il peso della Cina e delle grandi potenze

«Anche la Cina ha una parola importante da dire», ha aggiunto Parolin, soffermandosi sul ruolo delle grandi potenze. Un riferimento che non è casuale: negli ultimi mesi Pechino ha intensificato i contatti sia con Mosca sia con Kiev, proponendosi come mediatore. Il cardinale ha citato anche la presenza del presidente Trump in Cina e in Estremo Oriente, «anche per toccare questo punto», ha precisato. Fonti diplomatiche, però, smentiscono la presenza dell’ex presidente in Asia in questo momento. Più probabilmente, Parolin ha voluto sottolineare l’attenzione generale verso i movimenti delle grandi potenze, senza riferirsi a un fatto preciso.

Vaticano, diplomazia e appelli per la pace

Non è la prima volta che Parolin parla pubblicamente della crisi ucraina. Nei giorni scorsi ha confermato la disponibilità della Santa Sede a sostenere ogni iniziativa di dialogo. Anche Papa Francesco ha lanciato più volte appelli per fermare le ostilità e proteggere i civili. «Non possiamo abituarci alla guerra», ha detto il Pontefice durante l’Angelus di domenica scorsa. Il Vaticano mantiene contatti riservati con tutte le parti coinvolte e con altri attori internazionali, ma finora nessuna mediazione ha portato a risultati concreti.

Un clima teso e le reazioni internazionali

Le parole di Parolin arrivano in un momento di forte tensione. Sul terreno i combattimenti non si fermano: nelle ultime 24 ore, secondo fonti ucraine, ci sono stati nuovi bombardamenti nell’area di Kharkiv e nel Donbass. La diplomazia internazionale è divisa tra chi chiede un cessate il fuoco immediato e chi pensa che solo una pressione militare possa spingere Mosca a negoziare. In questo scenario, il richiamo del Vaticano a un’azione condivisa suona come un invito a superare gli stalli.